domenica 27 gennaio 2019

IL NOME DELLA ROSA

Un classico Thriller con tinte di giallo ambientato nel medioevo cristiano e buio dell'inquisizione. Da una parte il male: i crimini misteriosi in un abbazia, dall'altra la ricerca non della verità ma di un colpevole, qualsiasi basta che la chiesa faccia giustizia cioè il suo dovere a qualunque costo anche quello dell'ingiustizia: condannare un innocente, come dice Umberto Eco:  “Tutte le eresie sono bandiera di una realtà dell'esclusione. Gratta l'eresia, troverai l'emarginato. Ogni battaglia contro l'eresia vuole solamente questo: che l'emarginato rimanga tale.” Spesso sono gli inquisitori a creare gli eretici, perchè se scarseggiano non avrebbero più alcuni titolo o lavoro. Cosa sarebbe di una Chiesa senza peccatori nè poveri? dove potrebbe praticare la sua misericordia e dove sublimizzare il suo amore per la povertà? ... “Quando entra in gioco il possesso delle cose terrene, è difficile che gli uomini ragionino secondo giustizia.” In mezzo a questo intrigo spuntano altri grossi enigmi: l'amore per la conoscenza degli intellettuali, l'amore per la donna da un giovane novizio (Adso) e l'amore per i soldi (disputa tra francescani e clero romano). 
Il libro come fonte mortale (è la causa dell'avvelenamento di chi lo legge) ha un doppio senso: quello di chi legge cose troppo sagge senza averle vissute e d'altra parte di chi nasconde i libri che potrebbero svegliare le coscienze. Avere ignoranti è il capitale primario di chi istruisce o fa finta di istruire. Un monaco dovrebbe certo amare i suoi libri con umiltà, volendo il ben loro e non la gloria della propria curiosità: me quello che per i laici è la tentazione dell'adulterio e per gli ecclesiastici regolari è la brama di ricchezze, questa per i monaci è la seduzione della conoscenza.... "La sola prova dell'esistenza del diavolo, è il nostro desiderio di vederlo all'opera"  Guglielmo da Baskerville. Alla fine il diavolo non è altro che il male che agisce in colui lo abita, non è un entità astrale o personale, ma una dimensione oscura in ognuno di noi e in questo caso, in colui che meno la vede, il cieco Jorge da Burgos: 

"Tu sei il diavolo" disse allora Guglielmo.
Jorge parve non capire. Se fosse stato veggente direi che avrebbe fissato il suo interlocutore con sguardo attonito. "Io?" disse.
"Sì, ti hanno mentito. Il diavolo non è il principe della materia, il diavolo è l'arroganza dello spirito, la fede senza sorriso, la verità che non viene mai presa dal dubbio. Il diavolo è cupo perché sa dove va, e andando va sempre da dove è venuto. Tu sei il diavolo e come il diavolo vivi nelle tenebre."

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