GROTTESCO

DAL TRAMONTO ALL'ALBA (1996)

Come quasi tutti i film dove c'è lo zampino di Quentin Tarantino, è un film adatto per farne espediente clinico di psichiatria piuttosto che come analisi di cinema o arte di cui è assente, per di più farne un sequel a 3 puntate è questo l'unico vero condimento orrore. Qualche spunto di comicità splatter serve per non addormentarsi. Per tutto il film credo che sia valida l'unica frase intelligente detto in 108 minuti: "sei così perdente che non te ne accorgi neppure quando vinci".

FIGHT CLUB (1999)

Il nome del protagonista non viene mai pronunciato eppure è un giovane professionista "rampante" che abbraccia la comunità economica capitalista ed in essa trova realizzazione, ma proprio per questo il suo nome non conta, per il mondo consumistico noi diventiamo impersonali, solo numeri o produttori, infatti è un giovane frustrato dal consumismo, ansioso, violento, depresso, soffre di insonnia e subisce un alienazione in se stesso che lo porterà a chiudere chiunque nelle sue mani, nei suoi pugni, pur di non sentirsi perso, in questo modo contrariamente tutto quello che tocca distrugge, in realtà lui non vuole cambiare, cerca aiuto fingendosi disadattato, lui vuole cambiare il mondo gli altri e le cose riducendole al suo anonimato: nichilismo. Questo tipo di film (come Arancia meccanica, Pulp Fiction ed altri) è molto amato dai giovani, non per caso divenne un cult, perchè incarna la mancanza di identità sociale, la mancanza di un affetto, di una famiglia alle spalle, di fatto è tipico il nascere di un gruppo, di una banda, di un ghetto (Fight Club) che incarna quello che dicono di odiare: la tradizionale fratellanza famigliare. Questi gruppi anarchici, rivoluzionari, sovversivi, infondo distruggono negli altri quello che non sono capaci di costruire in se stessi, ecco perchè il più grande complice, amico e compagno del protagonista e una sua invenzione, il suo alter ego malato. Il film è una metafora della violenza che le persone nascondo contro se stessi e finiscono per distruggersi nel nome di un ideale infondo inesistente.