FIABESCHI (fantastico)


JUMANJI (1995)
«Jumanji» in Zulu significa «molti effetti», nel film è un gioco da tavola che coinvolge i protagonisti in un viaggio direi introspettivo, dove non mancano come in ogni vera fiaba, gli archetipi di ricerca interiore del bambino perduto e l'individuazione futura dell'adulto consapevole del pericolo della vita in preda al fato. «Un gioco che sa trasportar chi questo mondo vuol lasciar.»
Nel gioco s'intrecciano la vita civilizzata e quella primitiva della giungla, un po la nostra coscienza regolata dalla morale con l'istinto selvaggio della psiche primitiva. Il messaggio è quello del classico topos: alla ricerca del bambino perduto ed intrappolato nel nostro passato (Alan), sarà poi lui una volta cresciuto a saper salvare l'immagine genitoriale divenendo maturo ed equilibrato (Alan sapendo il futuro salva la vita dei genitori dei due fratellini Judy e Peter, chiedendo in anticipo dei progetti per la fabbrica, in modo che non partano e che non muoiano nell'incidente). Infine l'amore, Alan si sposa con Sarah che senza il riscatto sarebbe diventata una strega isolata e triste. 
Non manca anche il lato oscuro o l'ombra Junghiana che ci da sempre la caccia: lo spietato Russell Van Pelt che nolente o volente, proprio come un ombra, è sempre dietro di noi finchè noi per primi non decideremo di piazzarceli davanti e farlo scomparire.

LA BUSSOLA D'ORO - 2007
La pellicola è l'adattamento cinematografico dell'omonimo romanzo di Philip Pullman, primo volume della trilogia "Queste oscure materie". La tematica ha tutti gli archetipi ideali e perfetti per una rilettura sociale del nostro mondo in cerca di un ordine ma senza un istituzione che dia ordini, ma anche del nostro mondo interiore privo di orientamento ma bisognoso di libertà. Il mondo è come al solito governato da un ente dispotico e politico, che vuole tenere i sudditi nell'ignoranza per dominarli più facilmente e docilmente. Per farlo priva i bambini del loro Daimon, la propria anima in forma animale (il grillo di Pinocchio, il Cane di Dorothy, il Bianconiglio di Alice, il gufo di Harry Potter, ecc...). Questo Daimon è la parte selvaggia della nostra psiche, la più pura e naturale, una volta persa si perde l'infanzia, cioè la felicità, la semplicità, lo sguardo dell'amore. A farlo è Lei (la Madre ignara... Chiesa, Patria, Madre società, madre scuole e chiunque ne fa le veci), lei che si vanta proprio della sua libertà. Lyra Belacqua è un'orfana (como orfani sono tutti i grandi condottieri nelle saghe, perchè la loro ricerca genitoriale sarà la loro maturità interiore), questa bambina è il simbolo dell'intuizione psicologica che cerca il senso, sa leggere la bussola del tempo, trova i modi di sconfiggere il sistema. Sebbene venisse ipotizzata la trasposizione dell'intero ciclo di Queste oscure materie, gli studi hanno sospeso i progetti per gli altri due capitoli della saga, a causa principalmente della crisi economica del 2008, un vero peccato, perchè meritava il suo seguito.


MARDOCK SCRAMBLE (2003)
Nella città di Mardock, sui gradini che portano al “Paradiso”, qualcuno segue il destino della giovane prostituta Rune Balot, arsa viva dal suo boss. Riportata in vita dal dottor Easter e dal suo Universal Tool senziente a forma di topo, Œufcoque, grazie a una tecnologia proibita che l’ha trasformata in una potentissima arma vivente, Rune va ora in cerca della sua vendetta in un futuro dove l’evolutissima scienza è soggetta a grandi restrizioni imposte a seguito di una terribile guerra che ha precipitato il mondo nel caos… Io sono amante dei simboli quindi degli archetipi e le fiabe, i manga hanno un anima che va oltre la realtà, come ogni cartone animato, questo in speciale è una storia particolare: in un mondo dove la scienza ha dei poteri di ricostruire il corpo, di memorizzare i tuoi ricordi, di farti risorgere in maniera industriale (l'uomo diventa un Dio costruttore più che creatore). Rune Balot, una giovane prostituta prima ridotta in schiavitù e poi uccisa dal perfido giocatore Shell. Ora Balot è un cyborg, e non le resta che cercare vendetta a caccia di Shell. Sembra però che le emozioni risorgano nei ricordi, come se qualcosa in noi non morisse mai, sia l'amore che l'odio, l'ennesimo tentativo di dare a un Robot un anima umana.


LABYRINTH (1986)
Il film segna il passaggio dalla pubertà (con tanto di giocatoli) all'adolescenza (abbandono degli stessi giocatoli) da parte di Sarah, una quindicenne che per non accettare la realtà in cui vive si rifugia in un mondo fiabesco dove però trova anche la risposta ai suoi problemi: non è più una bambina ma un adolescente pronta ad afrontare il mondo reale. Infatti una serata in cui i genitori sono fuori casa deve fare fare da baby sitter al fratellino Toby, spaventato da un temporale. Ma una bambina non badare un bambino come un cieco non può guidare un altro cieco. Lei crede di risolvere il problema invocando il suo mondo fiabesco e lì avviene l'incantesimo dope il fratellino viene rapito. Per liberarlo lei deve però crescere e qui inizia il viaggio di liberazione di se stessa tramite il bambino perduto che tutti noi abbiamo infondo al cuore. Un viaggio introspettivo dove non mancato gli archetipi inconsci del nostro mondo interiore: gnomi, nani, porte parlanti, mostri di ogni tipo e, ovviamente, la parte più oscura dell'essere umano qui chiamata la "valle dell'eterno fetore". Il film è molto fanciullesco, niente effetti speciali. L'alter Ego, proprio colui che rapisce sempre il nostro bambino interiore, è Jareth, il Re dei Goblin, interpretazione storia di David Bowie. Jareth le dice che ora Toby si trova nel suo castello, al centro di un di un fantastico labirinto e le dà 13 ore di tempo per trovarlo prima che diventi anch'egli uno gnomo. Guardate il caso, sono le stesse ore che coincidono con il ritorno dei genitori a casa, il tempo che a noi è dato per diventare adulti (genitori del nostro bambino interiore). Il film non ha effetti speciali, colpi di scena, è semplicissimo e scorrevole. 
Lei in quella serata da babysitter diventa donna, perde il gusto per i giocattoli da bambina ma nel cuore resta attaccata agli insegnamenti dei personaggi fiabeschi, ma l'ignoranza infantile, come lei dice in conclusione: "Tu non hai nessun potere su di me".  


LA FABBRICA DI CIOCCOLATO (2005)
Tratto dal romanzo di Dahl Charlie and the Chocolate Factory, è remake ben riuscito. Dal libro era stato precedentemente tratto un altro adattamento nel 1971, Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato. Il luogo magico e fantasmagorico è la fabbrica che dispensa cioccolato in tutto il mondo, il regno dell'eccentrico ed  enigmatico signor Willy Wonka. 5 sono i bambini fortunati a vincere l'ingresso tour nella suddetta fabbrica:  Augustus Gloop, un goloso, obeso e ingordo. Veruca Salt, ragazzina capricciosa ed estremamente viziata dal ricco padre. Violetta Beauregarde, vanitosa, scorretta, campionessa di gomma da masticare, e Mike Tivù, genio del computer e delle scienze, appassionato di TV e videogiochi e assuefatto da ciò. Infine c'è il povero giudizioso e modesto Charlie Bucket, in compagnia del nonno Joe (ex operaio nella fabbrica), entra quindi nella fabbrica del signor Wonka. Per uno dei bambini c'è in serbo anche un premio speciale a sorpresa: il dono della stessa fabbrica in eredita visto che Wonka si sente vecchio e malato e quindi degno di un erede.
Wonka è un personaggio magico e tragico, adulto ma non compiuto, EDUCATO MA SARCASTICO, isolato ma si auto esclude, chiuso nel suo mondo dolce di cioccolato che rivela una crudele ed amara verità: creare questa fabbrica è pura anarchia, è l'amaro sentimento contro suo padre che lo ha trattato come un cliente e non come un figlio, un padre che incute nel figlio gli incubi della carie e della paura odontoiatrica. Creare cioccolato è quindi il frutto di un disagio liberatorio giovanile artistico contro la figura paterna. Charlie dimostra con il suo buon comportamento di essere l'erede della fabbrica (gli altri bambini erano tutt'altro che dolcezza ed innocenza, ma il residuo di un educazione mancate) invece per charlie, per quanto ami il cioccolato e non possa permetterselo dovuta la sua povertà, la sua dolcezza è la famiglia e non vuole rinunciare ad essa. Questa fatto colpisce così tanto Wonka da aprire non solo la fabbrica bensì il suo cuore a Charlie e divenirne amico e socio in affari e trovare in lui e la sua famiglia la sua nuova dolcezza.

PINOCCHIO (2002)
È tratto dal romanzo Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino di Carlo Collodi.
E' ormai diventata una fiaba a livello mondiale, molto amata dai bambini. Noi ne abbiamo dedicato un intera pagina nel nostro blog sulla rilettura psicanalitica di questo personaggio splendido ( ecco qui il link Pinocchio ). Il film non ha avuto il successo meritato perchè come capita spesso, i critici si aspettavano di più (il filtro dei già so tutto di più su di te) visto che Pinocchio è stato girato dopo il colossale "La Vita è Bella", per cui fu visto sotto l'ombra dell'Oscar. Sono critiche atemporali e contraddittorie  se paragonate a quelle fatte a La Vita è Bella. Credo che il problema sia la storia così conosciuta che vine presa per scontata, difficile da far colpi di scena e sorprese. 





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