THRILLER

IL NOME DELLA ROSA
Un classico Thriller con tinte di giallo ambientato nel medioevo cristiano e buio dell'inquisizione. Da una parte il male: i crimini misteriosi in un abbazia, dall'altra la ricerca non della verità ma di un colpevole, qualsiasi basta che la chiesa faccia giustizia cioè il suo dovere a qualunque costo anche quello dell'ingiustizia: condannare un innocente, come dice Umberto Eco:  “Tutte le eresie sono bandiera di una realtà dell'esclusione. Gratta l'eresia, troverai l'emarginato. Ogni battaglia contro l'eresia vuole solamente questo: che l'emarginato rimanga tale.” Spesso sono gli inquisitori a creare gli eretici, perchè se scarseggiano non avrebbero più alcuni titolo o lavoro. Cosa sarebbe di una Chiesa senza peccatori nè poveri? dove potrebbe praticare la sua misericordia e dove sublimizzare il suo amore per la povertà? ... “Quando entra in gioco il possesso delle cose terrene, è difficile che gli uomini ragionino secondo giustizia.” In mezzo a questo intrigo spuntano altri grossi enigmi: l'amore per la conoscenza degli intellettuali, l'amore per la donna da un giovane novizio (Adso) e l'amore per i soldi (disputa tra francescani e clero romano). 
Il libro come fonte mortale (è la causa dell'avvelenamento di chi lo legge) ha un doppio senso: quello di chi legge cose troppo sagge senza averle vissute e d'altra parte di chi nasconde i libri che potrebbero svegliare le coscienze. Avere ignoranti è il capitale primario di chi istruisce o fa finta di istruire. Un monaco dovrebbe certo amare i suoi libri con umiltà, volendo il ben loro e non la gloria della propria curiosità: me quello che per i laici è la tentazione dell'adulterio e per gli ecclesiastici regolari è la brama di ricchezze, questa per i monaci è la seduzione della conoscenza.... "La sola prova dell'esistenza del diavolo, è il nostro desiderio di vederlo all'opera"  Guglielmo da Baskerville. Alla fine il diavolo non è altro che il male che agisce in colui lo abita, non è un entità astrale o personale, ma una dimensione oscura in ognuno di noi e in questo caso, in colui che meno la vede, il cieco Jorge da Burgos: 

"Tu sei il diavolo" disse allora Guglielmo.
Jorge parve non capire. Se fosse stato veggente direi che avrebbe fissato il suo interlocutore con sguardo attonito. "Io?" disse.
"Sì, ti hanno mentito. Il diavolo non è il principe della materia, il diavolo è l'arroganza dello spirito, la fede senza sorriso, la verità che non viene mai presa dal dubbio. Il diavolo è cupo perché sa dove va, e andando va sempre da dove è venuto. Tu sei il diavolo e come il diavolo vivi nelle tenebre."

QUELLO CHE NON SO DI LEI
E' un film del 2017 diretto da Roman Polańsk ed è basato sul romanzo Da una storia vera di Delphine de Vigan. Ma anche se il romanzo si chiama "una storia Vera" in sè il romanzo non lo è, ma questo qui pro quo è all'uopo per lo svolgimento del film in maniera sorprendente, perchè la storia vera s'intreccia in maniera così geniale con la fantasia della scrittrice al punto tale in cui resta il dubbio se sia vera oppure è l'ennesimo frutto letterario dalla sua schizofrenia. Ma ben si sa che le più grandi opere d'arte in molti campi, musica, scultura, pittura, ecc... sono state partorite giusto da stati alterati della coscienza che sconfinano nella follia.
   Delphine dopo un grande successo con il suo primo libro viene colpita dal "blocco dello scrittore" ed è proprio questo che Lei non sa di lei... non sa il perchè, ma sorge allora una donna con cui fa amicizia, una donna che si chiama proprio così LEI, una che si identifica tanto come fan di Delphine quanto si sente che i libri siano scritti proprio per Lei, che parlino di Lei. Ma questa lei è una psicopatica che a sua volta scrivere della vita delle sue vittime (una vera e propria ghostwriter) con cui vive per usurpar la loro vita. Questa vita dà di nuovo a Delphine l'input e la vena letteraria, il modello giusto su cui scrivere; ognuna quindi scrive sull'altra, si nutre dell'altra, per cui vediamo chi divora ed uccide prima l'altra!. Lei fa tutto in base ad un amica immaginaria "kiki" che commette anche omicidi, e Dephine alla fine su questo specchio, non vede che è lei stessa che fa tutto da LEI. Un film leggero ma con un intrigo pesante che ti lascerà per sempre con il dubbio di chi sia davvero Lei!

L'INNOCENZA DEL DIAVOLO (1993) 
Un film davvero particolare nel suo genere. Il titolo originale non rende (Il figlio buono), la traduzione italiana è piuttosto un interpretazione da spoiler. Il film tratta in realtà di un bambino psicopatico, ovviamente nella visione del paranormale non lo si può che vedere come un reincarnazione demoniaca: come mai un bambino nella sua innocenza trama complotta ragiona con la lucidità assassina di un vero adulto serial killer? Nel libro lo si comprende meglio: è un bambino nato con una deformazione affettiva: non riesce a percepire le emozioni tranne quella del dolore altrui, ragione per cui non recepisce l'amore e si sente vivo soltanto vedendo soffrire gli altri. Questo lo porta a fare ogni tipo di dispetto, cattiveria e persino azioni atroci e crudeli. Questo bambino, Henry, viene messo in confronto con il suo cugino, Mark, reduce di un lutto materno, quindi sensibile, ferito, bisognoso di emozioni vere. Due bambini sono i due opposti, i due piatti di una bilancia dove l'ago centrale è la madre di Henry, Susan, che dovrà sceglie dove si trova l'amore di un figlio. Questa scelta si condensa nella fine del film: quale morte scegliere? quella del proprio figlio che pur manipolandola con "ti voglio bene mamma" la vuole uccidere oppure quella di un bambino che non è suo figlio ma la tratta come l'incarnazione della sua vera mamma?.

π  IL TEOREMA DEL DELIRIO (1998)
Maximillian Cohen in giovane eccentrico, solitario la cui genialità lo porta a camminare sull'orlo della follia. La passione per la matematica lo conduce alla scoperta che tutto è codificato sotto il simbolo dei numeri che sono i pensieri di Dio. E' un Faust moderno, matematico,  che potrebbe rendere con le sue scoperte tanti soldi, calcoli e predizioni in borsa farebbero una fortuna e questo lo rende bersaglio di malfattori. Il contatto poi con la filosofia ebraica della gematria e la cabala lo porta a scoprire una sequenza che è in verità il codice della creazione, anzi il nome del creatore , che sarebbe infondo lo stesso.  Alla fine la figura di una bambina che lo canzonava sempre con dei calcoli da gioco rivelano alla fine che lei, divisa, è vicina alla soluzione della vita: un sorriso che non si può calcolare,  cioè la divisione tra 748 e 238, il cui risultato, non svelato, è proprio 3,14 (la frazione è uguale a pi greco solo per due decimali, anche perché essendo irrazionale non esistono due interi che divisi tra loro diano π).

STRADE PERDUTE (1997)
Come dovevamo aspettarcelo da Lynch è un film che ci spiazza razionalmente con la sua impostazione surreale, poi ci ipnotizza con l'ambiente noir e cupo, nonché la lentezza di alcune scene (sguardi, impostazioni fisse sulle labbra, corpi nudi che sembrano dare un movimento a momenti pietrificati). Il perno su cui il film ci fa perdere l'orientamento è la sovrapposizione temporale degli eventi: si mischia il passato con il futuro in mezzo ad presente instabile, ecco la strada, l'unica percorribile che conduce alla perdita del senso, sembra non ci siano risposte, non ci sia logica nella trama. Ma dal punto di vista psicanalitico una risposta c'è:
Fred Madison, musicista jazz, risponde al citofono di casa sua e sente le parole «Dick Laurent è morto»... il film finisce ugualmente con la stessa scena, ma questa volta chi parla al citofono è lo stesso Fred. Come mai? Immaginiamoci che lui è uno schizofrenico: scopre che sua moglie Renée lo tradisce, anzi chiede del suo passato e scopre in lei un altra donna Alice (era una femme fatale), una donna del passato torbido (attrice porno a pagamento, sfruttatrice e ladra, una vedova nera). In quel momento scatta la doppia personalità di Fred, la sua parte tradita ed innocente si impossessa nel giovane timido ingenuo e lavoratore Pete. Nel frattempo Fred e la moglie sono minacciati da uno psicopatico che li spia con dei video... alla domanda se Fred ha una videocamera lui risponde di no "Amo ricordare le cose a modo mio", ma ovviamente chi registra è l?ombra di Fred, l'uomo misterioso, il suo alter Ego che lo porterà a commettere tutti gli omicidi, ma lui per scaricare la colpa si rifugia nell'identità passata del giovane Pete, ecco perchè non si capisce chi è l'uno e chi è l'altro. Infatti il giovane Pete è innocente, ingannato dal fascino di Alice che lo porta a commettere l'omicidio di Andy (proprio l'amico con cui Renee aveva una relazione). Pensate ai genitori di Pete, loro sanno la verità ma non gliela dicono (infatti è la parte della coscienza morale in noi eclissata e taciuta). In una scena cruciale Pete trova una foto in casa di Andy dove c'è sia Alice che Renèe insieme, sembrano gemelle ma in realtà è una sola donna, Pete non riconosce Renèe perchè vuole essere punito da Alice per sentirsi non colpevole di aver ucciso Renne, cioè provando il male che questa donna gli ha fatto lui si sente sollevato di averla giustamente uccisa. Infatti nel momento in cui lei gli dice  "Tu non mi avrai mai" lui torna ad essere Frede  la cerca dentro la capanna nel deserto ma  trova invece l'uomo misterioso (pallido, come un mimo), è sua l'ombra psichica di cui un particolare è favoloso: questo uomo gli rammenta "ci siamo già visti" mentre Fred non lo ricorda... dove? ... a casa tua, mi hai detto tu di venire.... infatti poi Fred chiama a casa sua e l'uomo misterioso gli risponde pur avendolo davanti. Questa Ubiquità è lo sdoppiamento della sua personalità. E' la forza assassina che lo porta a farsi vendetta (ricordiamo la mano che gli passa il coltello quando era aggredito da Dick). Infatti la schizofrenia non è altro che una fuga dalla realtà, il film finisce proprio in questo modo nella fuga di Fred nella strada perduta avendo dietro di sè la giustizia. 

CHRONICLE (2012)
È sempre divertente, finché tutti non si fanno male.
Il leone non si sente in colpa quando mangia la gazzella, e voi non vi sentite in colpa quando schiacciate la mosca. Qualcosa vorrà dire.
Quando il potere soprannaturale ti rende disumano ...
Il film, che apparentemente, come accade nel nostro mondo superficiale, sembra essere solo cronache di fantastici scherzi di giovani - vittime dei loro immaginari superpoteri - ma se guardiamo più in profondità oltre la struttura cinematografica dei videogiochi virtuali e gli effetti speciali, scopriamo un messaggio importante: quando il potere che desideriamo così tanto è alimentato dall'amore o dall'odio, i suoi effetti possono essere benefici o distruttivi. Ma questo non è solo il caso dei poteri soprannaturali, come nel film. È lo stesso con il potere economico, aziendale, legale e persino con il potere e l'influenza esercitati dagli amici. Basta vedere di cosa è capace un teppista con la sua band o il padre di Andrew Detmer che fa il tiranno contro suo figlio (nel film), che diventa la causa di tutti i tipi di disastri sociali. L'odio di suo padre porterà Andrew al desiderio di distruggere l'umanità. Nel male distruttivo di Andrew si nasconde l'innocenza di un ragazzo non amato e incompreso, cioè un uomo perso, anche se innocente.

CERCASI CAVIE UMANE (2001)
Il film è basato sugli eventi pertinenti l'esperimento carcerario di Stanford, condotto nel 1971 dallo psicologo statunitense Philip Zimbardo che affermava  come i comportamenti degradati e violenti osservabili all’interno di un’istituzione come il carcere non devono essere aggiudicati al gruppo di appartenenza di di gruppo: infatti i carcerati non sono violenti per il fatto di essere persone moralmente instabile e neppure le guardie sono persone giuste per far parte della giustizia. Di fatto l'esperimento diede il risultato opposto: Dopo solo due giorni si verificarono i primi episodi di violenza, i prigionieri scherzando diventarono ribelli ma le guardie, col pseudo potere in mano, diventarono crudeli e sadiche (cosa vuol dire armare un ignorante? lo sanno bene i governi e per questo promuovono le loro forze armate). Dopo il 4 giorno la disgregazione psichica sia di guardie che di prigionieri era ormai fuori controllo. Secondo l'opinione di Philip Zimbardo, la prigione finta, nell'esperienza psicologica vissuta dai soggetti di entrambi i gruppi, era diventata una prigione vera, ma le guardie scatenavano il loro sadismo protetto dal potere. Ricordiamo un fatto di cronaca: le torture che i soldati americani fecero durante l'occupazione militare dell'Iraq, iniziata nel 2003. Effetto Lucifero è il termine utilizzato da Philip Zimbardo per indicare il processo per cui l'aggressività è fortemente influenzata dal contesto in cui l'individuo si trova.

MULHOLLAND DRIVE 2001
Un film degno di  David Lynch, un vero rompicapo onirico dove attraverso dei personaggi si esplora i meandri della psiche umana. Le due donne che fanno da protagoniste non son altro che il io e il suo alter ego, l'una si scopre attraverso l'altra e l'altra o si perde in se stessa o redime la prima. Il tutto si comprende quando si entra in un luogo chiamato il club del silenzio dove il presentatore spiega in diverse lingue che tutto è un'illusione. Allora e soltanto allora si può comprendere che Betty e Rita sono proiezioni inconsce ed oniriche di una sola donna: Diane Selwyn. Noi spesso nei sogni mascheriamo i nostri istinti o desideri con altre persone che fanno omicidi o fornicazioni o qualsiasi altra azioni, ma siamo noi stessi in veste di un altro, perchè Il nostro Super Io ci nega la verità, perchè segue la morale e le regole, ci protegge dallo shock di scoprirti falsi in maniera diretta quindi filtra i nostri istinti più disordinati o repressi, come nel film la gelosia di Diane che la porta a volere la morte di Camilla che la lascia per un uomo, ma lo fa attraverso la storia di amore tra Rita e Betty che diventano amanti quando scoprono la morte di Diane. L'amnesia di Rita è il non voler vedere il suo passato, il fallimento di Betty come attrice è il non accettare la perdita di Camilla che sceglie il registra Adam e via dicendo. In poche parole tutte le figure, persone o situazioni che noi facciamo nei sogni siamo sempre noi in vesti diverse. 

FRAMMENTI DI UN OMICIDIO (2011)
Anna Marchant diventa testimone di un omicidio, il serial killer le da la caccia, nella fuga lei cade e subisce un colpo che la porterà a subire una rara malattia chiamata  prosopagnosia, patologia che impedisce proprio di riconoscere correttamente i lineamenti del viso. Non potendo riconoscere il volto dell'assassino lei lo confonde con chiunque anche con la persona amata. Un po' come avviene con i nostri traumi psichici, non vediamo i difetti dell'altro e confondiamo la nostra colpa con la sua. Ecco la genialità del film: lei vede soltanto frammenti di ricordi che però non si incastrano, come se fosse uno specchio rotto. A livello psicanalitico la frapposizione acquista un valore spirituale immenso: il serial killer interiore che ci insegue, spesso noi non sappiamo riconoscerlo perchè abbiamo subito da esso un colpo (trauma) e le nostre proiezioni poi vanno a colpire ed incolpare le persone che assomigliano alle nostre lacune. Per ucciderlo dobbiamo soltanto seguire l'istino emotivo e mai la visione razionale.

FRAMMENTI DI UN OMICIDIO (1986)
È la prima apparizione in una pellicola cinematografica dello psichiatra antropofago Hannibal Lecter (qui chiamato Lecktor), reso celebre dal film Il silenzio degli innocenti. A vederlo in controluce questo film sembra essere proprio l'abbozzo del Silenzio degli innocenti del 1991. L'esecutore è un serial killer, la mente in prigione è sempre Hannibal che sembra agire con quella libertà che soltanto in geni sanno avere e fare, mentre il detective Graham usa il metodo di identificazione cercando di immedesimarsi nella parte dell'assassino, il che è per lui estremamente gravoso sul piano emotivo. Questo metodo alla fine uccide interiormente perchè ti riscopri anche tu assassino, scopre il piacere di uccidere anche se nel nome della giustizia: per prendere un genio ci vuole un altro genio, per cogliere un assassino bisogna essere assassino. Il film ha il pregio di mantenere la suspense sempre in alto pur essendo un film lento, tipico degli anni 80. L'acutezza mentale nel saper cogliere nei particolari le intuizioni che porteranno a scoprire la verità sono molto fini, lodevoli, affascinanti. Lo stato d'animo dei protagonisti si sente nell'aria, persino la presenza fantasmagorica di Lecktor sembra essere dietro ogni mossa. E' un bel film, soprattutto imperdibile per chi ha amato il suo seguito.  

HANNIBAL LECTER, L'ORIGINE DEL MALE (2007)
È il quinto film tratto dai romanzi incentrati sulla figura del giovane serial killer Hannibal Lecter ma, sotto il profilo cronologico della narrazione, costituisce un antefatto di Il silenzio degli innocenti, genesi della sua follia. Perchè si diventa cannibale? perchè l'odio lo divora e l'unico modo di placare la fame o meglio la vendetta è proprio divorando i nemici. Hannibal non sarà sazio finchè sia in vita l'ultimo di coloro che hanno ucciso la sua anima (la vita della sua sorellina). 
 - “Il bambino Hannibal è morto nel '44 in mezzo alla neve. Il suo cuore è morto con Misha. Per quello che è adesso... Non esiste un nome, a parte mostro.” Sono le parole dell'ispettore Popil per descrivere la nascita di un serial Killer che coincidere con la morte del nostro bambino interiore.  
La raffinatezza di Lecter ha anche un origine: la sua zia, Lady Murasaki Shikibu, che con la sua eleganza orientale e delicatezza lo induce all'amore per gli arti marziali, la musica classica, la pittura, l'ikebana che occupano le sue giornate. Il loro rapporto diventa intimo tanto da svegliare in Lecter persino l'amore, un amore che lei uccidendo per coprirlo dimostrò di essere corrisposto, ma lei era riuscita a perdonarsi cosa che Lecter no ce la fece, soprattutto quando scoprì che aveva mangiato anche del cadavere della sua stessa sorella, si era nutrito inconsapevolmente della stessa causa della sua vendetta. Quando lui disse a lei di amarla, lei rispose: "quale parte di te può ancora amare?" ... la parte che lei stessa usava per coprirlo, gli diede un opportunità di dimostrala invece Lecter continuò la ricerca della sua ultima vittima. 


 




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