Vinyan

UNA COPPIA SI PERDE DIETRO LA PERDITA DI UN FIGLIO
Incapaci di accettare la perdita del loro figlio nello tsunami,
Jeanne e Paul Bellmer sono rimasti a Phuket, in Thailandia,
dove erano in vacanza. Aggrappandosi al fatto che
il corpo del ragazzo non è mai stato trovato,
Jeanne si è convinta che suo figlio è stato rapito dai trafficanti
nel caos che è seguito alla catastrofe.
Jeanne crede di vedere suo figlio in un filmato fatto di un progetto per raccogliere fondi per aiutare alcuni villaggi sperduti ed affamati.
Paul è scettico, ma anche se più realista di lei non vuole
tradire la speranza di una madre.
La coppia decide perciò di andare alla ricerca del ragazzo,
ingaggiando a caro prezzo i trafficanti dei bambini che li porteranno
in quelle rotte impervie e selvagge dei bambini smarriti.

INCOLPARCI ... UNA NEVROSI TRAUMATIZZANTE
Una delle vie più breve alla pazzia umana è incolparsi per un accidente,
come nel fil, la perdita di un figlio che viene strappato da un Tsunami. Ovvio un genitori non si dà pace ad una eventualità del genere, ci si sente sempre colpevoli di non essere stati all'altezza di custodia protezione e sicurezza nei confronti di un bambino.
Ma una rilettura psicanalitica ci porta altrove ... noi spesso non ci perdoniamo la nostra infanzia smarrita, aver perso un genitore, un amante, un bambino, qualcosa che avremmo potuto curare ed assistere meglio. La prima emozione è quella di essere stati traditi derubati, non accettare come Jeanne che qualcosa o qualcuno è MORTO.
Aggrapparci a questi sentimenti MORTI per ridarci a noi il senso di vita di autocommiserazione di riscatto e di perdono e una via fallimentare a livello interiore e psichico.

I PRETI NON DEVONO VIVERE DEI PECCATI DEI FEDELI
NEPPURE I PSICOLOGI DEI DOLORI DELLE PERSONE ...
NON SI COMMERCIA CON L'UMANESIMO.
Nel film la coppia ingaggia il Boss della zona Thaksin Gao,
al settimo cielo per aver trovato due galline dalle uova d'oro da spennare... chiedono loro soldi ad ogni difficoltà.
Perfino barattando piani e mischiandoli: danno loro un altro bambino,
in tanto "volevate UN figlio, se vostro o no, è un figlio"...
giacché per i trafficante il figlio è un oggetto non importa
se fatto con amore o comprato con soldi.
Nella rilettura psicanalitica, spesso ci sono miriadi di persone
che cadono nelle rete di trafficanti di sogni e di speranza
(siano essi politici, preti, psicologi o spogliarelliste) che
vi promettono di trovare il vostro sogno amore lavoro
infanzia carriera ideale perduto e smarrito.
I coniugi si imbarcano così in un viaggio che li porterà
nei meandri della giungla, tra lo smarrimento, la paranoia,
il tradimento, la disperazione, la perdita di tutti i solfi,
sogni e personalità.

L'INFANZIA SMARRITA, UNO SPETTRO GIGANTESCO
Nelle profondità della terra, tra grotte spettrali, sorgono questi bambini che di innocenza non hanno che la forma, l'apparenza, dipinti come scarabocchi inespressi, è la più patetica immagine parodia della nostra infanzia perduta che diventa un regno che richiama una Regina... la follia di Jeanne. Ogni donna è preda di questa ombra, prima o poi nella vita l'assale (Vinyan significa ERRANTE) e fa rispecchio al mito latino amerindio della LLORONA, la donna piangente. La donna psichicamente scardinata perchè la società ha portato via la sua maternità e la sua. Per questo Paul sarà condotto innocentemente alla morte (il maschilismo è il tsunami di cui la donna prima o poi farà vendetta).

IL LATO OSCURO DELLA LUCE INFANTILE PERSA
I bambini sono il futuro, nella nostra infanzia invece c'è rinchiuso tutto il passato che come molla spinge, come regressioni opprime la nostra vita presente, come pulsione psichica contiene la nostra forza primitiva primordiale e selvaggia.
In questo film la donna (o parte psichica femminile o il femmineo collettivo sociale) si erge contro l'uomo, la continuazione naturale della vita si ferma quando l'uomo vuol dominare l'uomo a suo vantaggio ( Thaksin Gao viene lapidato e seppellito nel fango dai bambini che lo riconoscono come il venditore e trafficante di bambini), in cui la natura domina sugli uomini senza che questi riescano a difendersi o a prevederlo, in cui sono i morti ad entrare in contatto con il mondo
dei vivi e non viceversa come accade solitamente nell'immaginario collettivo occidentale o nei classici film di fantasmi.

LA FINE DELL'ERA DEL MASCHIO
Nel finale si inciampa clamorosamente in un delirante e macabro raptus
di follia da tutti inaspettato, perchè Paul fedele alla speranza della moglie,
credulone all'amore per lei, anche se la vede fuori testa pensa che il suo CORPO da madre parli con la NATURA, ma non si aspetta che
Jeanne sia un altro tsunami il che disorientano lo spettatore inerme, impreparato e incredulo di fronte ad un simile raccapricciante epilogo.
La Natura della donna squilibrata la fa da padrona in Vinyan che si accoppia alla perfezione con la natura quasi surreale e soprannaturale
di quei posti sperduti apparendo sin dall'inizio imponente, magnifica, terrorizzante, viscida e oltremodo opprimente.

LA DONNA REGINA IN UN REGNO DI BAMBINI
AMANTE DELLA MORTE NON PIÙ MADRE DELLA VITA.
Jeanne è interiormente MORTA, in se stessa diventa regina di quel harem di OMBRE infantile, di sogni persi repressi o falliti, in Jeanne vediamo la più crudele situazione interiore della donna contemparanea smarrita nella follia di un regno dove lei Regina deve far finta di riposare sui cadaveri delle sue illusioni.
Bambini che l'accarezza come ombre, non sono uomini, non sono figli, sono le sue fallimentari proiezioni. Una donna decentrata diventa la regina di un mondo dove lei non è altro che l'esca per attirate l'uomo alla morte (come nel film sono morto Paul il marito e il Boss Thaksin Gao e l'uomo che guidava la barca).
La donna è portatrice di vita nella sua maternità, ma anche di morte se vien privata dalla sua natura selvaggia.

VINYAN Il lato oscuro dei bambini (della nostra infanzia perduta) quando il culto alla natura diventa satanico (perduto) quando la donna si lascia inghiottire dal senso di colpa.




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