E Ora Dove Andiamo ?

 


E ora dove andiamo? (Et maintenant, on va où?, in arabo وهلّأ لوين؟) è un film del 2011 diretto ed interpretato da Nadine Labaki che oltre ad essere la protagonista del film è anche la registra con molti meriti. In uno sperduto paesino del Libano, cristiani e musulmani convivono in pace ed armonia grazie ad un isolamento forzato con il resto del paese. A destra c'è la Chiesa ed a sinistra la Moschea, anche i cimiteri per i morti sono divisi. Ma in mezzo si trova la verità: ci sono le case della gente, i negozi, le aiuole, le piazzole dove giocano i ragazzi.... come sempre, la verità si trova in una va di mezzo. Ma il centro di questo villaggio sta per essere sconvolto, dalla morsa atroce di destra e sinistra, come un panino ideologico e fondamentalista a sapore religioso non umano. 

E ORA DOVE ANDIAMO?
L'integrità della donna nel  fondamentalismo politico e religioso.
Un film eccezionale sulla delicatezza e la dolcezza della donna in mezzo alla follia maschile ... in mezzo alle vicende crudeli e brutali, come la guerra, il fondamentalismo religioso e la difficile convivenza di culture diverse ed antagoniste.
Sono le donne che non vogliono che i loro figli diventino carne da cannone in tempo di guerra.
Sono le donne che vogliono che gli uomini siano più attratti dalla seduzione di una donna che dalle armi dei maschi potenti. Un gruppo di donne in un villaggio sperduto crea un'oasi di pace in mezzo ad un deserto di guerra, senza un altra arma che il suo amore, il suo corpo docile fragile e tenero. 

E ORA DOVE ANDIAMO?
Un corteo di donne, unite dal coraggio e dal dolore, si dirige verso il cimitero : separato in due zone per cristiani e musulmani...Così inizia la fine del film l'inizio di una fine annunciata e di una finale inatteso. 
Una storia racconterò
Offro a chi vuole ascoltare ...
Una storia di persone che pregano e digiunano,
in un villaggio fuori dai sentieri battuti circondato da miniere,
solitario tra cielo e terra,
perso tra due guerre.
Parla di due clan
il loro cuore ferito,
del sole oscurato,
con le mani macchiate di sangue
in nome della croce e della mezzaluna.
Una storia su un villaggio fuori dai sentieri battuti,
quale stanza lei ha scelto
e sul filo spinato
ha ricamato la sua storia.
È una lunga storia di donne vestite di nero,
niente stelle scintillanti, niente fiori luminosi,
con gli occhi dipinti di fuliggine e coraggio, 
di cui il destino ha fatto virtù.

FAI LA DOMANDA QUANDO HAI PERSO LA RISPOSTA
Questo film mostra le emozioni più affascinanti che connettono tutti gli esseri umani. Sono le cose semplici, reali e fondamentali, che spesso non ci rendiamo nemmeno conto e alle quali non diamo un senso proprio: l'amore della semplicità della vita ... Solo alla ricerca di un "perché?" l'uomo perde il suo significato e iniziano a sorgere conflitti, guerre e morte. M la morte non è un punto interrogativo ma esclamativo soltanto se la sai vivere come hai vissuto la vita. 

Per vivere ci vuole delicatezza
perché la vita è molto fragile.
Il film è ricco di scene in cui la vita procede con la massima semplicità e profondità. Anche vivendo in un villaggio sperduto e "perduto" per la società agglomerata, questa piccola comunità sta benissimo; le persone non sono perse lì, ma si ritrovano l'un nell'altro. Sebbene la comunità del villaggio sia composta da due diverse mentalità religiose (cristiani e musulmani), regna una completa armonia di vita, pace e gioia. Ma la vita, la pace e la gioia sono fragili come un fiore. Non ci vuole molto per distruggere questo equilibrio interpersonale, infatti nella storia il film prende un piega atroce per un nonnulla come è l'ego umano... 

QUANDO LA CIVILIZZAZIONE DISTRUGGE LA CIVILTA' 
Il film mostra la vita in un villaggio abbandonato, isolato ed indigente ... ma allo stesso tempo mostra come lo sviluppo economico e tecnologico serva a distruggere i valori umani di cui le nostre comunità hanno così tanto bisogno: vivere in pace e armonia è la priorità eppure questo piccolo villaggi era in pace ed armonia, non industrializzato, ma appunto per quello è lì dove nasce l'interrogativo: Dal giorno in cui i ragazzi del villaggio si sono presentati con un''antenna parabolica, che ha finalmente reso possibile ricevere il segnale televisivo, le cose iniziano lentamente a cambiare di male in peggio nella comunità del villaggio.

Quando cerchi una ragione per vivere, è perché hai dimenticato di vivere per il piacere della vita ...
I fiori odorano senza motivo, è inerente alla loro natura. La vita è bella anche in questo film, a patto che le attività quotidiane e la semplicità di ogni giorno vengano rispettate. La televisione con le sue impostazioni ideologiche faceva sentire gli abitanti del villaggio soli, emarginati, abbandonati, anche se in realtà erano in buona compagnia, senza problemi ... poi tutto il Libano, intorno al villaggio, era deserto, privo di ogni armonia. Il villaggio era un'oasi nel tumulto della guerra.
La vita non ha bisogno di stimoli per andare avanti, risulterà spontaneo se rimarrà davvero vivo in noi la sua semplicità che si perde quando la mettiamo in confronto e competizione con le ideologiche sociali. I fiori non crescono più velocemente se proviamo ad allungarli, ma hanno bisogno di tempo ... allo stesso modo, la vita in un villaggio diventa innaturale quando i suoi abitanti scoprono in televisione come vivono gli altri. Lentamente le notizie di lotte religiose nel Paese si diffondono in questa piccola comunità e iniziano a verificarsi strani fenomeni, inizialmente sotto forma di battute sgradevoli, come il sangue versato al posto dell'acqua santa in una chiesa cattolica o l'invasione incontrollata di animali in una moschea. 

La rabbia maschile alimenta la falsa grandezza.
In questo piccolo villaggio con più morti che vivi, mariti e figli maggiori sono sepolti nel cimitero - un segno di guerra civile incivile. Il film mostra quanto le tensioni tra gli uomini differiscono dalle tensioni tra le donne. Mentre gli uomini sentono il bisogno di un capro espiatorio su cui scagliarsi per rilasciare il dolore represso, le donne cercano ogni misura possibile per proteggere le loro vite dal dolore che soltanto le donne possono e sanno nascondere, soprattutto agli uomini. In questo villaggio la pace e l'amore sono all'ordine del giorno finché la guerra e l'odio, tramite la televisione (cioè il monopolio mentale di chi ci governa), non riescono ad influenzare i suoi abitanti con la forza della distruzione. Quanti di noi critichiamo le guerre tra popoli ma ci battibecchiamo in casa di continuo con i nostri famigliari? 

L'amore NON È RELIGIOSO MA SPIRITUALE
In questo film vengono sempre a galla verità fondamentali che contrastano con il fondamentalismo. La religione è la vita di tutti i giorni, non un'ostentata professione di fede in occasionali incontri liturgici o leggi da seguire a scapito della libertà umana; la morte per esempio non ha religione, ma tutti le sono fedeli, nolenti o volenti lei a tutti ci aspetta e ci attende. Ecco perché, di fronte alla morte, l'amore tra un musulmano e un cristiana è possibile: deriva dall'essenza della sua assoluta verità universale, che va sempre oltre i nostri piccoli desideri egoistici di voler avere ragione e dire che abbiamo la verità in tasca, un presunzione religiosa che tende a ridursi (per insicurezza) all'ordine del galateo politico e religioso istituzionale, a falso prestigio sociale ed economico. Quando le persone rinunciano al possesso della verità, possiedono il vero significato della vita e trovano un amore che le condurrà alla verità stessa. Quando la religione è solo istituzione non ha più a che vedere con la spiritualità e corrompe tutto ciò che tocca. 

IL RADUNO QUASI LITURGICO DAVANTI ALLA TV
L'arrivo della televisione nel villaggio fa sì che tutti si uniscano, cooperino e alla fine si radunino su una collina vicina, l'unico luogo in cui l'antenna riceve i segnali televisivi. È un'assemblea quasi liturgica, alla luce delle candele e avvolti dal sacro silenzio, per ascoltare questo strumento, che presto si rivelerà fonte di distruzione per tutti: i messaggi sono generalmente negativi, ben si sa che la notizia deve essere cattiva, altrimenti la buona notizia non impressionerà il pubblico né attirerà l'audience. Questa "spazzatura" televisiva disturberà la pace e l'armonia di un villaggio dove la pace e l'armonia hanno regnato fino ad ora, le notizie di razzismo, guerra e odio religioso minerà la loro vita santa e quotidiana. 

Gli uomini si sentono FORTI quando stanno insieme i un gruppo che nasconde le loro DEBOLEZZE
Il film mette in risalto la meschinità maschile quando la negano in nome dell'onore e della religione. La massa è sempre irrazionale e pazza, e chi si sente solo segue necessariamente la folla in armonia con la sua follia, senza alcun motivo notevole, semplicemente per non sentirsi emarginato. Questa insicurezza individuale è la base della certezza collettiva che unisce la stragrande maggioranza dei gruppi sociali, spingendoli verso la guerra, il bullismo, il razzismo, il disprezzo degli altri, la distruzione, il cameratismo di dissolutezza insensata e per lo più al vizio. Questi uomini diventano così infantili che le loro donne devono far loro da madri ancora una volta per allontanarli dalla loro perdizione. 

RELIGIONE, MEZZO PER CONTENERE LA RABBIA UMANA
La religione è stata spesso usata come una metodologia pacifica con la quale si evitava che i deboli e i poveri non uccidessero i potenti ed i ricchi senza pietà. In questo film, le donne sanno molto bene che dovrebbero trovare il sistema più efficace per controllare la rabbia maschile. Hanno deciso di ricorrere ad alcune strategie. La prima strategia è controllare la rabbia umana attraverso la religione. Ecco la Madonna che piange con il sangue dei morti (come tutte le mamme) è per ammorbidire i cuori degli uomini. Ma per queste donne non è un miracolo che una statuetta pianga, ma una sofferenza quotidiana che loro vivono: il sangue delle vittime e il dolore delle mamme è ovunque e comunque. La religione nella psiche maschile è completamente diversa: rende la loro rabbia giusta e divina, promuove la guerra e la rende santa. Le donne invece usano la religione per sopprimere il dolore e sfogare la propria rabbia in modo pacifico: una strategia che non funziona nel mondo maschile, perchè l'uomo nel dolore rimane troppo animale mentre la donna sa sollevarsi al divino. 



LA DONNA NON SI ARRENDE
Prima strategia fallita ... Gli uomini non cascano nell'inganno, non è un miracolo vedere piangere una statua della Madonna, ma il miracolo è che loro non vedono le sofferenza delle loro donne o madonne. Allora la donna quando non colpisce la testa dell'uomo va dritta al cuore ed ecco la seconda strategia (anche se le donne non valutano che colpire il cuore è controproducente per loro stesse alla fin fine come vedremo). 
  Quando è impossibile calmare e intorpidire le menti degli uomini con la religione, bisogna abbracciare e affascinare i loro cuori con la mondanità. Non c'è modo migliore per farlo che con il sesso. Le donne sviluppano una seconda strategia per controllare la violenza maschile: far sfogare la passione maschile. Assumono delle ballerine ucraine per ballare davanti ai loro uomini, per sedurli, per scatenare una guerra interna, una guerra emotiva di passione.

LA DONNA VITTIMA DEL SUO PROPRIO INGANNO
Dovevano essere sexy non nude ... la bellezza di una donna è sempre un arma a doppio taglio di cui la donna spesso è ignara e per questo si fa del male credendo di farsi piacere. 

Quando è possibile fare TUTTO ciò che è impossibile ?
Fare una piscina nel deserto per poter sì che le donne straniere umidiscano i loro piedi e non subiscano il caldo torrido è possibile soltanto se di mezzo c'è la passione animale.
Questi sono gli uomini che sono caduti nella trappola della passione: gli abitanti del villaggio sono sull'orlo dello scoppio della guerra tribale tra di loro, ma il corpo di quelle donne li fa dimenticare il loro odio e di fronte a una passione condivisa, fanno letteralmente di tutto per trasformare un serbatoio di acqua secca in un'enorme piscina. Questa scena mostra quanto siano divertenti gli uomini quando vogliono dimostrare di essere veri uomo. Si rivelano giganti infantili con uno sviluppo interno inibito dalle loro passioni puerili.

L'ERBA DEL VICINO NON LA DEVO TAGLIARE IO
Un bellissimo scatto, uno spaccato di vita ... due tipi di donne, culture, bellezza, verità. Gli uomini nel delirio della guerra hanno bisogno di nuovi stimoli, passioni non smorzate e vestite come le proprie donne. Così, le donne ucraine hanno portato un'ondata di ossigeno alla loro emotività maschile arrugginita. Ma alla fine, l'amore per le loro donne non conosce ruggine e lo scoppio della passione per le donne ucraine avrà una falsa sfumatura, perché l'amore è strettamente legato alla casa, non a ciò che è estraneo. Spesso si dice che l'erba del vicino è più verde, ma quando il vicino ti fa capire che l'erba tua profuma di più della sua allora capisci il perchè vale il gioco la candela curare il tuo giardino e quanta soddisfazione ti dà tagliare e curare la tua erba. 

UNA DONNA sarà sempre un FIORE NEL DESERTO del maschilismo PRONTO ad appassire ...
Le ballerine ucraine nel mezzo di questa nazione desertica sono come fiori artificiali: non odorano nonostante il loro splendore. Disarmante l'ironia delle donne del luogo: "Abbiamo detto: vestite in modo sexy, non sfacciate. Sembrano sopravvissute a una carestia".
Ma in questa storia non sarà l'ammirazione maschile per la bellezza superficiale delle donne straniere che vincerà, ma il loro amore per le donne che custodiscono il focolare, queste donne non sono fuori ma terra fertile dove spuntano sempre nuove piante emotive e sentimentali. 

Alcune persone non possono dimostrare di aver perso la testa perché ...
  NON L'AVANNO MAI AVUTO!
È sorprendente la facilità con cui perdiamo la testa quando si tratta di un'esplosione di passioni sessuali represse. In questa piccola città, tutti gli uomini perdono la testa alla vista del seno di una donna sconosciuta: gli uomini del posto scoprono un nuovo volto scuro davanti alle loro donne. Ma è altrettanto da aspettarsi che perdano la ragione di fronte ad una nuova ideologia politica che li trascina alla guerra. Qui gli uomini vengono visti nella sua totale dipendenza affettiva ed esplosiva alle emozioni, puerili ed effimeri, semplici quando superficiali, cuccioli alla stato brado. 

LA MORTE NON HA RELIGIONE.
Se la vita non può unire le persone nella gioia, allora la morte si prenderà cura di questo compito: unirà tutti nel dolore. Questo evento diventerà la pietra tombale e la fine del film: le donne che sanno come proteggere la propria vita donandola durante il parto devono nascondere la morte del figlio ucciso fuori dal villaggio, in un tragico incidente indesiderato come tanti durante i tumulti della guerra. Questa morte, ovviamente, avrebbe innescato un'esplosione di rabbia e fondamentalismo religioso tra gli uomini del villaggio.
La morte è la prova di come Dio diventa una scusa per la mancanza di ragione umana di fronte alla morte; senza la morte, Dio non avrebbe potere sulle persone. A questo punto, il film diventa una donna, la religione diventa una donna, Dio diventa una donna ... solo le donne possono salvare la vita di queste persone, soltanto le donne unite possono redimere gli uomini. 

NON IL PENSARE, MA IL SENTIRSI fa nascere una comunità.
La scena fondamentale del film è il momento in cui l'Imam si presenta al confessionale del suo "amico" cattolico in cerca di risposte e soluzioni ad una situazione diventata insopportabile. Il loro modo di pensare era completamente diverso, ma i sentimenti delle persone sono sempre unanimi: il loro desiderio di pace, felicità, gioia, armonia. Trasformare la religione in politica o in una filosofia del pensiero analitico porta alla perdita della vita spirituale concreta, al punto che la spiritualità diventa futile, confusa ed effimera. Quando il sacerdote e l'imam abbandonano la loro professionalità a favore dell'umanità quindi della loro vocazione, allora via della salvezza diventa possibile.

La dipendenza allevia il PROBLEMA, ma non lo risolve.
Alcol, droghe e sesso sono una possibile via di fuga. Tuttavia, tale risoluzione dei problemi è temporanea; i problemi vengono evitati solo temporaneamente, accantonati per un po', per poi ricomparire subito dopo, intatti. Le donne non vincevano cercando di unire gli uomini con una passione comune: non sapevano che unendosi apparentemente restavano divise nei loro cuori. "Stordirai il cammello con un pizzico di hashish", ha detto uno di loro, ma il cammello si riprende non appena è passata l'euforia causata dall'hashish.

L'ATTRAZIONE STRANEA DELLO STRANIERO
Siamo naturalmente inclini a temere l'ignoto e istintivamente rifiutiamo ciò che ci è estraneo perchè sconosciuto. Ma quando l'ignoto si unisce al piacere, la paura lascia il posto alla curiosità.
Nel film, le donne straniere sono accettate con piacere, anche se sono così innaturali cioè fuori dagli schemi della loro mentalità: le donne ucraine sono ballerine di Lap dance, il cui compito è intrattenere gli uomini arabi con una danza del ventre che non corrisponde alla loro bellezza e temperamento. Queste donne sono come gioielli incastonati nella corona sbagliata (non si tratta di criticare la loro bellezza, certo, ma sono come pesci tirati fuori dall'acqua: bruciano al sole, portano i tacchi alti nella polvere nelle zone montuose, fanno le delicate in un mondo torbido ed arido ...). Sono ciò che è una guerra promossa religiosamente: un simbolo di ridicolo. Da una parte sono belle ma dall'altra sono scomode, ingombranti appunto come tante donne oggetto nella vita degli uomini che alla fin fine non sanno più cosa farcene. 

LA MORTE: UNA LEZIONE DI VERA UGUAGLIANZA
Il film inizia e finisce proprio come la vita stessa: è tutto basato sul mistero della morte che collega tutti i viventi. Siamo tutti uguali nella tomba; Cristiani e musulmani alla fine si identificano come soggetti alla morte. Sono state le donne del luogo a dare un significato religioso al dolore che hanno vissuto: nel dolore hanno trovato la loro forza unificante, mentre gli uomini nel dolore cercano di uccidersi. Il messaggio del film è chiaro: il futuro della pace è nelle mani di una donna che cura i suoi figli e futuri mariti. Una visione molto piacevole e realista, purchè la donna resti al suo posto e non voglia nel nome di un falso femminismo essere un altro maschio. 

Dopo la morte, c'è il significato della vita
La fine e il finale del film è una sorpresa: una processione di tutti gli abitanti del villaggio al cimitero dove le tombe erano rigorosamente divise da una parte cristiana e dall'altra musulmana. Gli uomini uniti dalla tristezza e, soprattutto, dall'amore delle donne per le quali l'unica religione è l'amore per la vita, devono rendersi conto che oltre la soglia della morte non c'è posto per la fede istituzionale, la nazionalità e nemmeno il nome del defunto.
Ciò che resta è l'amore di coloro che un giorno ti seguiranno, cioè l'amore che hai seminato. Se il passato non esiste e il presente è traballante, fortunatamente il futuro pone la domanda davanti alla tomba: "Ora dove stiamo andando?"

Ho già raccontato la storia
e l'ho affidata a te.
Di un villaggio dove al mattino c'era la pace
sebbene tutti stessero combattendo.
Di uomini che si sono addormentati,
per svegliarsi con stupore.
Di donne ancora vestite di nero,
armate di preghiere e speranze.
Non c'è ostilità nella loro guerra.
Per salvare i loro cari, hanno preso il loro destino nelle loro mani
e hanno trovato una nuova strada.

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