Se mi lasci ti Cancello

Si tratta di una pellicola che richiede, per la sua completa comprensione, ripetute visioni ed un processo di decifrazione dei suoi diversi strati di significato che sono del tutto “invisibili” ad una prima visione. 
Se mi lasci ti cancello (Eternal Sunshine of the Spotless Mind) è un film del 2004 diretto da Michel Gondry, con Jim Carrey e Kate Winslet.

La sceneggiatura, vincitrice dell'Oscar 2005, è opera di Charlie Kaufman, che conferma la sua inclinazione per i film di impianto "psicologico" e visionario, come dimostrano altre sue creazioni come Essere John Malkovich, Il ladro di orchidee e Confessioni di una mente pericolosa.

Il titolo originale, Eternal Sunshine of the Spotless Mind , è preso da un verso dell'opera Eloisa to Abelard (1717) del poeta inglese Alexander Pope (già citata in un altro film di Kaufman, Essere John Malkovich). Alcuni versi della poesia vengono inoltre citati all'interno del film



« Com'è felice il destino dell'incolpevole vestale!
Dimentica del mondo, dal mondo dimenticata.
Infinita letizia della mente candida!

Accettata ogni preghiera e rinunciato a ogni desiderio. »
(DEGNI DI UNA SEDUTA DI PSICANALISI SAREBBERO, TANTISSIME VOLTE, ALCUNI TRADUTTORI ITALIANI CHE NON SO MAI SPIEGARMI IL PERCHÉ DI CERTE ESTRAPOLAZIONI DEL SENSO E DI CONSEGUENZA DI TUTTO IL CONTESTO... 
L’infinito splendore di una mente immacolata = Eternal Sunshine of the Spotless Mind
UNA TALE TRADUZIONE, CHE SCONFINA IN UNA MINACCIA LASCIA TANTO DA DIRE DALLA NOSTRA MENTALITÀ ITALIANA CHE SI REGGE DA PAURE, MULTE, BUROCRAZIE, RICATTI E SCADENZE? ).

In questo film si intravvede quella infinitesima possibilità che le realtà una volta entrate in quella anticamere chiamata INCONSCIO diventino ETERNE. Perchè null'altro è l'inconscio se non la porta che immette nella trascendenza umana verso il divino. 
Puoi cancellare qualcuno dalla tua mente, 
ma farlo uscire dal cuore è tutta un'altra faccenda.

La mente ci può tradire, siamo noi stessi a darvi il nostro consenso, ma il cuore quando resta fedele è impossibile tradirlo perchè allora ci dimostra che siamo noi stessi a tradirci, con la mente ci illudiamo, ma col cuore no, lui si delude in questi casi e basta, nulla può cancellare il suo dolore. Sorge qui l'ipotesi scientifica più diabolica: cancellare il dolore attraverso i ricordi dolorosi. 
La chimera scientifica di potere mettere le mani sull'anima umana è stata da sempre la sua pretesa pseudo-divina. Cancellare i ricordi di una persona, nello stesso modo che un file di un pc si butta nel cestino, sarebbe la soluzione o, almeno un palliativo, per porre rimedio al male esistenziale del dolore, ma... è davvero un male il dolore? No, il dolore in questo film sono le impronte attraverso le quali Joel Barish e Clementine Kruczynski riescono a rintracciarsi in un meandri di incomprensioni, sentimenti e frustrazioni deliranti inconsci. Il dolore va ascoltato, va lasciato che ti penetri e di apra dentro, come i solchi di terra che si aprono al seme e il seme si apre al frutto. 
DAI TOPI IN LABORATORI AI PRINCIPE AZZURRI NELLE STANZE?
Un gruppo di scienziati francesi è riuscito infatti a creare dei falsi bei ricordi nel cervello dei roditori, in quella che il quotidiano The Guardian definisce "la prima dimostrazione di manipolazione della memoria durante il sonno". I ricercatori hanno "scritto" nelle memorie degli animali dormienti delle associazioni artificiali tra un particolare posto e dei sentimenti positivi, per poi osservarne il comportamento al risveglio. Tutti - hanno osservato - si dirigevano nel luogo "promesso" in cerca di una ricompensa, in questo caso il cibo.
Secondo gli autori dello studio, i risultati potrebbero aprire la strada a nuovi trattamenti per persone depresse o imprigionate in ricordi particolarmente dolorosi. La cautela, tuttavia, è d'obbligo: per ora ciò che la ricerca ha dimostrato è che è possibile, nei topi, creare ricordi artificiali così complessi da condizionare il comportamento consapevole. Al momento nessuno sa dire se la stessa cosa potrebbe avvenire anche nell'uomo. Di certo, nessun esperimento basato sulla trasmissione di false memorie era mai riuscito a trasmettere ricordi così complessi come quelli che associano la mappa di un luogo alla presenza di cibo. Adesso, però, si è raggiunto un maggiore livello di complessità. I falsi ricordi indotti durante il sonno nell'esperimento coordinato dalla Francia consistono infatti nell'organizzazione di una mappa e sono in grado di guidare il comportamento degli animali, una volta svegli.
L'esperimento è stato condotto in cinque topi, nei quali le cellule nervose dell'ippocampo sono state stimolate con elettrodi in silicio in grado di trasmettere informazioni simultaneamente a un gran numero di neuroni. Al risveglio, i topi hanno associato la mappa del falso ricordo al cibo e hanno raggiunto esattamente lo stesso luogo indicato dal ricordo artificiale, in cerca della ricompensa.


Pensieri sparsi, per il giorno di San Valentino 2004. 
Oggi è una festa inventata dai fabbricanti di cartoline d'auguri per fare sentire di merda le persone.



Una storia di amore da dimenticare ?... ecco l'errore che spesso noi commettiamo: voler dimenticare non è altro che un richiamo inconscio della memoria, ogni volta che dico "voglio dimenticare questo o quell'altro" non sto facendo altro che rafforzare lo stesso ricordo. L'aveva già detto Freud: " ...per quanto l’essere umano cerchi di eliminare ricordi o fatti spiacevoli dalla propria coscienza attraverso il meccanismo della rimozione, essi comunque si manifesteranno attraverso nevrosi o sogni..." 


Noi siamo il nostro passato, nulla è comprensibile se non attraverso la nostra storia, il fatto che in psicologia ci consiglino di non guardare il passato non vuol dire di non guardarci le spalle, il passato va tenuto d'occhio per rintracciare sempre gli sbagli già fatti e poter così con l'esperienza non rifarli. E' il caso di Mary una delle dipendenti del centro Lacuna, proprio lei che amava ripetere: "Beati gli smemorati, perché avranno la meglio anche sui loro errori" una frase celebre che si trova nell’opera Al di là del bene e del male del filosofo tedesco Friedrich Nietzsche . E si badi al fatto che alcuni termini presenti nella pellicola, per l’appunto Lacunanon sono puramente casuali: lacuna richiama in latino ad un vuoto mentale o dimenticanza. 
Mary svevo è la dimostrazione che le tracce della memoria una volta cancellate lasciano cicatrici nell'anima, perchè vissute nella verità. Lei pur avendo cancellato Howard della sua memoria si innamora per l'ennesima volta dello stesso dottore. Celebre le sue parole: 
Gli adulti sono tutti un concentrato di tristezza e fobie. E Howard fa sparire tutto... All'inizio non riuscivo ad aprire bocca se c'eri tu, però volevo sembrarti intelligente.... 



  • Clementine[seduti sul divano] Sei di poche parole vero?
    Joel: Scusa è solo che la mia vita non è così, interessante, vado al lavoro e poi, torno a casa, non so che dire. Dovresti leggere il mio diario, è una raccolta di fogli, bianchi.
    Clementine: Davvero? Questo ti fa sentire triste o ansioso? Insomma, io sono ansiosa perché ho paura di non vivere in pieno la mia vita capisci? Sfruttando qualsiasi possiblità cercando di non perdere mai neanche un secondo del tempo che ho a disposizione.
    Joel: Anch'io penso questo.
    Clementine: Sì. [ridono] Sei veramente carino. Dio devo smetterla di dirlo. Io finirò per sposarti, lo so.
    Joel: Ahah, va bene.
    Clementine: Joel, tu ed io dobbiamo andare al Charles insieme una volta, è tutto ghiacciato in questo periodo.
    Joel: Fa un po' paura.
    Clementine: Si infatti. Io prepaperò un pic nic, un pic nic notturno. I pic notturni sono diversi e... così noi.
    Joel: È una bella idea, però io... io dovrei andare adesso.
    Clementine: Tu dovresti restare.
    Joel: No veramente no, io mi devo alzare molto presto e...
    Clementine: Vorrei che tu mi telefonassi, ti va? Lo faresti? Mi piacerebbe. [scrive il numero sul dorso della sua mano]
    Joel: Sì.
    Clementine: Ok, [affacciata alla finestra] Fammi gli auguri di San Valentino quando mi telefoni! Sarebbe molto carino!



" ... Tranquillo il giaccio non si rompe ... ", sono state le parole rassicurante con cui Clementine riesce a far sì che Joel rompa il giacchio della conversazione in mezzo, appunto, ad una lastra di giacchio. Salta all'occhio il contrasto di questa coppia: Joel timido impacciato antisociale mentre Clementine è borderline esuberante ed incontenibile. Lei lo ama, però nella sua impulsività, per dispetto ad un offesa di Joel, decide di cancellarlo della sua memoria, ma infondo lui sa che lei non lo l'ha voluto ma è stato lui a farglielo desiderare. Sono i continui giochi infantili di farci dispetti, di ferisci con le parole per il solo piacere di attirare sbagliatamene l'attenzione e la comprensione. 



LA TERAPIA DI PARLARE SOTTO LE COPERTE ... AVVOLTI COME DA UN GREMBO.
  • Clementine: Joel...
    Joel: Sì, mandarina...
    Clementine: Io sono brutta?
    Joel: Uhm?
    Clementine: Quando ero piccola pensavo di sì. Non è possibile: l'ho detto e già piango. I grandi non capiscono quanto ci si può sentire soli da bambini, come se tu non contassi. Io avevo 8 anni e avevo dei giocattoli, delle bambole. La mia preferita era una bambola brutta che io chiamavo Clementine e la sgridavo in continuazione: "non devi essere brutta, sii bella!" Che assurdità. Come se, potendo trasformare lei, potessi per magia cambiare me stessa.
    Joel: Sei bella.
    Clementine: Joel, non mi lasciare mai.
    Joel: Sei bella sei bella sei bella.

I MOMENTI ETERNI CHE CREANO L'IDENTITÀ DEL NOSTRO IO 
Nel percorso della vita, ognuno di noi vive dei momenti di assoluta autenticità, sono impronte che lasciano nell'anima un carattere, sono momenti eterni nel senso che la loro pienezza di fanno assaggiare l'infinito, momenti in cui tu non hai più paura di morire, la vita è piena, colma, ragione per cui come disse Joel a Clementine, si tocca il cielo con un dito:  "In questo momento potrei morire Clem, io mi sento così felice. Non avevo mai provato cosa fosse la felicità. Sono esattamente dove voglio essere". Cancellare questi momenti è cancellare se stessi, distruggere il Se psichico. Joel in piena fase di cancellazione si rende CONSAPEVOLE di questa morte e lotta contro la stessa terapia cercando di fuggire da se stesso e dall'oblio di Clementine. E' uno sdoppiamento onirico, classico in alcuni percorsi meditativi introspettivi che ho conosciuto in pratiche fatte da alcuni eremiti, monaci zen e persone dedite ai viaggi cosiddetti astrali. Si pensi anche "Alla ricerca del tempo perduto", l'opera più importante di Marcel Proust, scritta tra il 1909 e il 1922.


I LABIRINTI INDIMENTICABILI DELLA MEMORIA SBIADITA

E' affascinante il viaggio che Joel fa nei meandri della sua memoria, sovrapposizione di luoghi, scene, suoni, volti, persino sensazioni dei sentimenti tra il reale e il surreale, tra la fantasia onirica e il ricordo della realtà, un perfetto ingranaggio del meccanismo della memoria evocativa. 




IL DIARIO DI JOEL, UNA MAPPA DEL SUO IO SMARRITO TRA I RICORDI.
Joel ha l’abitudine di disegnare e scribacchiare su un taccuino, assorto su se stesso, suscitando anche l’irritazione della burrascosa Clem. Tra i suoi disegni ne compare uno, particolarmente buffo, all’inizio e alla fine del film, sopravvissuto alla eliminazione, che rappresenta Clem in forma di uno scheletro che governa una barca su cui sono altri scheletri (“mi fa sembrare magra”, commenta ironicamente Clem). Il significato di questo disegno è incerto, anche se un parallelo potrebbe essere trovato nella storia narrata nel best seller femminile, “Donne che corrono coi lupi” della psicoanalista junghiana Clarissa Pinkola Estès, nel quale la donna-scheletro rappresenta la donna in grado di risorgere dalla morte, di ridare vita alle proprie parti morte. 


IL FILM E' UNA SEDUTA PSICANALITICA VERA E PROPRIA 
Un film è come una seduta di auto-analisi per chiunque sia stato innamorato e gli sia capitato di perdere UN amore, perché in questo film vedi proprio quello che accade quando ti ritrovi in una situazione come questa: stai lì a pensare a tutto quello che hai fatto con la tua amata, a tutto quello che hai vissuto con lei, a quello che hai sbagliato e in controluce anche quello che non hai fatto e quello che non avresti dovuto dire. Ma quello che era una mappatura per eliminare i ricordi di questo amore diventa invece un vero e proprio esame di coscienza per Joel: quando sei veramente innamorato di una persona ti aggrappi a tutto, pure ai ricordi più tristi e alle cose più brutte, ma in essi trovi le tue mancanze e capisci che l'amore c'era, che quello che è venuto a mancare non era l'amore ma l'attenzione e la cura per il medesimo amore. Joel ad un certo punto, vedendo scomparire i ricordi, implora: "Per favore, mi lasci questo ricordo, soltanto questo". Ecco qui, quando tutto sembra essere perso, quando tutto si cancella, rimane nell'angolino più remoto della nostra anima L’infinito splendore di una mente immacolata.  In quel angolino nulla vien distrutto, quello che è vero rimane, quello che abbiamo vissuto di divino resta inalterato, è quel angolino che molti chiamano il cielo, il paradiso "perduto". 

NON SI PUÒ RIMUOVERE UNA CICATRICE CHE CON UN ALTRA CICATRICE.
Non esistono chirurgie plastiche per la memoria, l'anima ha le sue cicatrici, i suoi indelebili ricordi, ogni processo fatto con consapevolezza è irreversibilmente inutile, appunto perchè la consapevolezza renderebbe nulla la dimenticanza, sarebbe come dire: mi devo ricordare di dimenticare. A livello spirituale questo è impossibile, mentre a livello materiale, quindi fisico e biologico, questo potrebbe accadere in un futuro: rimuovere pensieri, sensazioni, lo dimostrano anche alcune malattie di perdita di memoria, come l'Alzheimer per esempio, ma in quel caso avviene anche la perdita del Se, della personalità (quindi in ultima istanza anche dell'anima vera e propria).  





UN GIOCO DI MEMORIA 

Anche lo spettatore del film è costretto a mettere a fuoco la sua memoria, perchè le scene si intrecciano, si intercalano, si scalano... di fatto il film inizia alla fine e come un cerchio si chiude con la stessa scena, come il simbolo dell'infinito, un otto a cerchio ripiegato su se stesso: tanto per farci capire che la memoria va oltre lo spazio nel tempo e oltre il tempo nello spazio. 








 " ... Parlare in continuazione non significa comunicare " , ecco una risposta lapidale di Joel di fronte ad un attacco logorroico tipico e degno di Clementine la quale si ritiene un libro aperto, ma infondo pieno di nulla, le solite cose senza importanza che Joel non sa cosa farsene. Ma una volta che vengono a mancare quelle piccolezze te ne accorgi quanto sia importante la persona in sè e non la sua montatura o impalcatura esterna, perchè Joel senza di lei scopre di essere anche vuoto in un altro modo, ma sostanzialmente uguali. 


TRAUMI ... AZIONI RIMOSSE NELL'INCONSCIO 
Ben sappiamo che la prassi attraverso la quale la nostra coscienza si difende dal senso di colpa infondato, è la rimozione di un evento nel cassetto buio del dimenticatoio che noi chiamiamo comunemente INCONSCIO. Dimenticare però è solo una scusante, cancellare dalla mente ciò che non si vuole ricordare sembra una grande conquista, ma è un dramma. Non si vive senza memoria, non si vive senza storia. Per proteggere questo amore Joel pensa che deve nascondere Clementine in un luogo dove lei non ci sia mai stata.... e la prima cosa che ci viene in mente, guarda il caso, è la nostra infanzia, culla dei più profondi traumi affettivi... Clementine lo incita a RICORDARE un luogo dove lei non ci sia mai stata con lui, allora lui con stupefacente  meraviglia se ne accorge che l'amore ha colmato tutta la sua esistenza e risponde: " Non posso ricordare nulla senza di te!". 


PERCHÉ NELL'OSCENITÀ SI TROVA LA PUREZZA DI UN RICORDO SUBLIME ?
Un chiaro riferimento al tabù del sesso, fucina di traumi fobie manie frustrazioni e nevrosi, non poteva mancare in questo percorso labirintico verso una liberazione. Clementine lo intuisce, chiede di essere nascosta in un ricordo osceno, Joel pensa alla masturbazione, pensa ad un riferimento Edipico mettendo Clementine sotto l'ombra della madre in cucina dove, appunto, Clementine gli fa vedere le sue mutandine ricordandogli qual è la sua donna (è qui la mia vagina). 



«Il ricordo è svanito, ma il “senso”, incamerato nella memoria e divenuto parte del comportamento automatico della persona, è rimasto». - Giorgia Salicandro
Questo senso è la ragione del perchè loro due anche se non si ricordano l'un l'altro, nella misura che trovano se stessi, incontrano l'altro. 


NEL SONNO LA COSCIENZA SI SVEGLIA
Le persone che raggiungono la consapevolezza riescono a vedere dentro di sè i pezzi del puzzle della loro vita, come Joel quando si risveglia nel sonno, vede tutto con chiarezza in mezzo al buio: Il furto d'identità (qualcuno che al suo posto gli frega la ragazza), la realtà parallela costruita nella mente del protagonista (lui è paziente ma di fuori si vede e cerca di guarirsi da solo come terapeuta di se stesso), la psicanalisi di fondo che suggerisce luoghi nascosti ed oscuri della mente nonchè oscurati, l'osservatore esterno incapace di determinare totalmente il flusso di pensieri, l'ineluttabilità del destino e tanti altri flash di pensieri sparsi ovunque, rendono questo film un grande caleidoscopio, un monolite dalle infinite spaccature, un diamante di varie sfaccettature, in grado di suggerire pensieri allo spettatore senza mai svelarli totalmente. La mente è in continua elaborazione per i temi suggeriti e per quelli potenziali ed il gioco della fantascienza da il colpo di grazia, spiazzando lo spettatore, portandolo a far filosofia pur senza volerlo. 


Il dolore e la sofferenza sono elementi importanti che aiutano a costruire e forgiare il  carattere e l'individualità della persona. Eliminare il dolore , senza ulteriori precisazioni, inevitabilmente ci porterebbe ad un mondo felice, ma non nel senso letterale, bensì come l'ha concepito Huxley nel suo romanzo "Il mondo nuovo" (Brave New World), un mondo artificiale. Sarebbe come seguire la stessa sorte di coloro che sono rimasti nella Terra dei Lotofagi dell'Odissea, dove l'essere umano, nella suo idillio narcotico e spensieratezza, soffre ma di una regressione nel processo di individuazione. Nel IX libro dell'Odissea (vv. 82-102), si narra come Ulisse approdasse presso questo popolo dopo nove giorni di tempesta, che colse lui e i suoi uomini presso Capo Malea, spingendoli oltre l'isola di Citera. I Lotofagi accolsero bene i compagni di Ulisse e offrirono loro il dolce frutto del loto, unico loro alimento che però aveva la caratteristica di far perdere la memoria (oblio), per cui Ulisse dovette imbarcarli a forza e prendere subito il largo per evitare che tutto l'equipaggio, cibandosi di loto, dimenticasse la patria e volesse fermarsi in quella terra (nell'Odissea si dice fosse su un'isola).


"... avrei voluto conoscerti quando ero bambino... " ecco una delle nostre chimere, riportare nel paradiso dell'infanzia tutte quelle persone amate, perchè nell'infanzia c'è il potenziale del divino, è un quei fantasmi di tempo in cui Joel scopre quanto sarebbe stata candida la sua Clementine, quando sarebbe stato da lei compreso, accettato, amato. In ognuno di noi giace questo bimbo smarrito aspettando che noi veniamo a cercarlo nei meandri dell'anima e del pensiero.


MARY E' LA VENDETTA DELLA COSCIENZA OPPRESSA: LA VERITÀ 
Mary lascia il suo lavoro e ruba dall'archivio della Lacuna le informazioni dei clienti della clinica, intenzionata a spedirle per posta ai diretti interessati. In casa, Clementine trova una cassetta della Lacuna nella sua posta e l'ascolta nella macchina di Joel; entrambi sentono tutte le critiche di lei su di lui, il che induce Joel a pensare che lei stia giocando con i suoi sentimenti. Joel la obbliga a scendere dalla macchina e a lasciarlo solo. Clementine si reca allora a casa di Joel dove lo trova con la sua registrazione della Lacuna, mentre tiene in mano un disegno della loro precedente relazione che lui non aveva consegnato. Entrambi capiscono la verità sul loro passato. Pur sapendo che una nuova relazione potrebbe finire per gli stessi motivi che avevano registrato sui nastri. 


L'AMORE NASCE QUANDO SCOPRI LO SCONOSCIUTO CHE PENSAVI DI AVER AMATO INVANO
  • Che spreco passare tanto tempo con una persona, solo per scoprire che è un'estranea. (Joel)

Joel come tanti di noi scopre di non aver conosciuto Clementine e sopratutto di non aver conosciuto il Joel che diceva di odiarla senza poterglielo riconoscere. Una volta scoperti i loro difetti, quello che si erano detti dietro il nastro, le cause per cui meritavano di essere dimenticati, soltanto allora nasce il vero desiderio dell'altro, senza alcun egoismo di comodità o torna conto, perchè spesso noi desideriamo la felicità dell'altro nella misura che fa bene al nostro egoismo. Loro scoprono non tanto di essersi amati quanto di essersi odiati senza saperlo: 


  • Joel: Aspetta!
    Clementine: Che c'è?
    Joel: Non lo so!
    Clementine: Che cosa vuoi Joel?!
    Joel: Aspetta! Aspetta! Non lo so. Voglio soltanto che... aspetti... un po'.
    Clementine: ...Va bene.
    Joel: Davvero?
    Clementine: Io non sono un'idea, Joel, ma una ragazza incasinata che cerca la sua pace mentale, non sono perfetta.
    Joel: Non riesco a vedere niente che non mi piaccia in te, ora non ci riesco.
    Clementine: Ma lo vedrai, ma lo vedrai! Certo col tempo lo vedrai, e io invece mi annoierò con te, mi sentirò in trappola perché è cosi che mi succede!
    Joel: Okay.
    Clementine: Okay? ...Okay?
    Joel: Okay.




Clementine: Allora vattene!
Joel: Me ne andai, pensai che forse eri matta, ma eri eccitante.
Clementine: Avrei voluto che fossi rimasto.
Joel: E io vorrei averlo fatto. Ora vorrei essere rimasto. Vorrei aver fatto molte cose. Vorrei... vorrei essere rimasto. Davvero.
Clementine: Tornai subito di sotto, ma non c'eri!
Joel: Ero uscito, me n'ero andato via.
Clementine: Perché?
Joel: Non lo so! Ero come un bambino spaventato e... era una cosa più grande di me. Non lo so...
Clementine: Avevi paura?!
Joel: Sì... pensavo che l'avessi capito. Tornai di corsa al falò, cercando di sfuggire alla mia umiliazione, credo.
Clementine: Fu per qualcosa che avevo detto?
Joel: Si. Che avevi detto "Allora vattene!" con un tale disprezzo che...
Clementine: Ah, scusa.
Joel: Non fa niente.
Clementine: Joel! E se tu rimanessi stavolta?
Joel: Se ne sono andati via tutti, non c'è più nessun ricordo.
Clementine: Almeno torna indietro e inventati un addio, facciamo finta che ci sia stato. Addio Joel.
Joel: Ti amo.
Clementine: Ci vediamo a Montauk.
 

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.