Prendimi l'Anima


Il grande Jung visse questa storia d'amore tra le righe delle sue analisi e sopra il letto psicanalista scoprì grandi passioni, andando contro la sua coscienza e le sue stesse regole professionali. Dietro un grande uomo c'è sempre l'ombra di una grande donna... 
chi non lo riconosce non ha una donna alle spalle.
Un film speciale per chi di psicanalisi s'intende, perchè vede dietro la mente un cuore, oltre i traumi la guarigione dell'amore.

L'incontro con Sabina è stato devastante per Jung, che è caduto nel gioco del transfert, dove il paziente seduce il suo dio salvatore e lui cede. Jung ha ceduto, sì. Ma non nel modo subdolo, quasi vigliacco,con cui lo tratteggia Faenza. Spielrein è una donna intelligente, viva che sa quali debolezze di Jung toccare,sa dove punirlo e dove sedurlo, come ogni paziente fa col suo terapeuta. Se oggi ogni buon analista sa che esistono questi passaggi transferali nelle terapie lo deve anche a Jung e ai suoi "errori". Non è intellettualmente onesto da parte di Faenza tralasciare in modo assoluto questo aspetto nel film. La relazione con Sabina fu complessa, piena di passione sicuramente, ma inserita nel percorso terapeutico e per capire questa relazione non si può prescindere dalla sofferenza psicologica di Sabina, che tra l'altro si fondava su un rapporto distorto proprio con la figura paterna. Lasciare Sabina, interrompere la relazione fu l'atto di un analista che torna in sè, e rimette i necessari confini al fine di una sana relazione terapeutica.
Sembra che a muovere Sabina sia solo una istintiva passionalità irresistibile. Si tralascia o si accenna soltanto al cammino professionale di Sabina (supportata sempre da Jung e Freud, che conoscerà e frequenterà quando aderisce alla psicanalisi) Faenza esalta di Sabina le "solite" qualità che riesce a concedere una mentalità piuttosto maschilista...

“Si sopravvive di ciò che si riceve, ma si vive di ciò che si dona.”
“Anche se si riceve molto dagli altri, ciò che si dona
arricchisce tanto di più, che non di quello che riceve.”
Se si riceve senza dare si diventa più poveri di prima,
l’anima s’impoverisce e diventa meschina…
Quando l’anima dona, l’amore cresce in lei e l’arricchisce sempre di più.
Soltanto l'amore guarisce

Carl Gustav Jung 

L'amore di lei andava oltre le convenzionalità sociali,
ma non poteva andare oltre la libertà altrui come per Jung
non poteva andare oltre la moglie e la figlia,
perchè la nostra libertà finisce quando infrangiamo quella altrui.
Jung pur meschino patetico a volte immaturo (tanto da piangere
la sua maledetta felicità ritrovata e volerne fare un triangolo aperto)
è stato grande a saper rinunciare sopratutto a se stesso.
Non sempre si può seguire il giudizio o la prassi sociale,
nessuno sa cosa si nasconde dietro una vita
(com'era il rapporto tra Jung e la moglie non lo rivela il film, quindi ....
io da uomo lo capisco, da donna innamorata nessuno lo capirà mai)...

Mentre il transfer è volutamente sollecitato dal medico,
proprio per "prendere l'anima" del paziente
e guidarlo così con fiducia verso un percorso di comprensione e guarigione,
la reazione opposta, il contro transfer, ovvero
il medico che s'innamora a sua volta della paziente,
è duramente e giustamente condannato in psicoanalisi.
Come ogni fiume in piena fa qualche disastro,
ma poi si rientrano nelle argini delle proprie ragioni
se le persone in cause si sono davvero GUARITE.
Lo psicologo comunque è umano, certe cose rimangono dietro le quinte,
come voleva Jung da quanto ritrovato nel loro ulteriore rapporto Epistolare.
Sabina a sua volta diventata psicanalista fa ritorno dall’Austria in
Russia, partecipando all’esperienza rivoluzionaria con l’apertura di
un asilo infantile (l’«asilo bianco») in cui applica la psicoanalisi e metodi educativi improntati alla libera espressione dei bambini...

IL PROBLEMA FILOSOFICO: LA NEVROSI E LA TERAPIA PSICOANALITICA
Il film affronta il tema della nevrosi
in un’epoca di passaggio, in cui dalle cure tradizionali (costrizione in
manicomio, elettroshock, docce
fredde, psicofarmaci) si arriva alla
terapia psicoanalitica, basata sul
colloquio con il paziente e sul rispetto della persona.
Nell’amore impossibile e intenso tra
Sabina Spielrein e Carl Gustav Jung
emerge con forza un altro tema importante: il rapporto tra ragione e passioni, delineato attraverso il conflitto interiore del terapeuta che
non dovrebbe amare la paziente, ma non sa controllare i propri sentimenti.

Ho voluto vedere questo film di R.Faenza dopo aver letto "Diario di una segreta simmetria" di A.Carotenuto il libro cui il film fa riferimento. Anche se non è tutto da buttare il film lascia molto da dire alla realtà del diario della protagonista. Quello che mi chiedo alla fine del film è se davvero Faenza abbia capito la complessità di questa storia e cosa abbia voluto trarne per il suo film. Mi spiego subito: il film non è inguardabile, ha delle scene ben girate, scorre bene. Il problema è l'aderenza alla storia, il volersi cimentare in una difesa a tutto tondo di una sola parte arrivando a far passare Jung per un uomo borghese, incapace di lasciare la moglie (che si capisce non amare) e che vuole restare nei canoni della società borghese. Lei si innamora di Jung e lui anche, una passione che divampa totalitaria, che però rimane nascosta. "Purtroppo" alla lunga in Jung prevale il senso di colpa verso la moglie che aspetta un bimbo da lui e che silenziosamente sa, intuisce la relazione con Sabina e prevale l'ancoraggio ai valori borghesi, al matrimonio, all'immagine sociale. La povera Sabina soffre tremendamente l'abbandono, comunicato dal lacrimoso Jung, tenta qualcosa ma alla fine il suo amore è così puro che per non ferire Jung sparisce e torna in Russia.

CHI SIA LIBERO DI SCOMPENSI NEVROTICHE
CHE SCAGLI LA PRIMA PIETRA
Il transfert è un naturale meccanismo psicologico
per cui un individuo tende a proiettare
(trasferire, vedere, leggere) nell'altro
sentimenti, emozioni, intenzioni (positive e negative)
che in realtà appartengono a se stesso,
oppure dei vuoti o delle compensazioni passate
avute da un altro e che vengono proiettate sul nuovo arrivato.
Il transfert insorge spontaneamente in tutte le relazioni umane:
tra medico e paziente, tra professore ed allievo
tra marito e moglie, tra datore di lavoro ed operaia... ecc;
dunque non è la psicoanalisi a crearlo:
essa si limita a svelarlo alla coscienza.
E' quindi una passione che non è basata su alcun reale rapporto,
ma che si deve far risalire, sotto tutti gli aspetti,
alle antiche fantasie di desiderio della persona divenuta inconscia.
Vediamo l'altro per quello che noi vogliamo che sia
e non per quello che l'altro veramente è.
Una volta esaurito il transfert il velo cade
e non riusciamo nemmeno a riconoscere l'altro.

PS: mi verrebbe da dire: chi sia libero di transfert
che scagli la prima pietra!!! ...


IL TRISTE RUOLO DELLA MOGLIE NON AMANTE
Emma Rauschenbach, moglie di Jung, con lei lui ebbe 5 figli, era una donna molto intelligente, dietro tante dottrine di Jung ci sono sicuramente le scoperte della moglie che la storia non le ha mai saputo dare il merito (come capita spesso). Anche con Emma Jung aveva un intesa pazzesca, si psicanalizzavano spesso a vicenda (anche nel film all'inizio la moglie glielo dice: Sabina ha paura di crescere come te) perchè anche lei era psicanalista e ha collaborato persino con Freud in diverse ricerche. Jung gli venne in mente di fare persino un triangolo amoroso (vivere con tutte e due) ma Sabina non accettò. Quando morì la moglie, Jung scolpi una pietra dove diceva: "Lei era il fondamento della mia casa. Lei era la mia Regina". Io non azzarderei a dire che in questa storia non ci fosse amore vero dopo 52 anni di matrimonio e 7 di fidanzamento. PS: lei era ricca e grazie al suo finanziamento lui poté studiare e lavorare nelle sue ricerche di psicologia analitica... ♥

LA LUCE INFONDO AL TUNNEL 
Da adulta Sabina Spielrein diventa una psicoanalista di successo, in alcune lettere persino mette a nudo la psiche dello stesso Jung, come quando scrisse: ""Abbia il coraggio di riconoscere Freud in tutta la sua grandezza, anche se Lei non dovesse essere d'accordo con tutto ciò che dice, anche se dovesse cedere a lui gran parte dei Suoi propri meriti. Solo allora Lei sarà del tutto libero e solo allora lei sarà il più grande". 
La visione di Sabina cambia: Jung non la considera più una ex paziente per la quale ha dei sentimenti ma la figura di reificazione delle sue istanze profonde. In una delle sue ultime lettere a Sabina, Jung spiega perché non realizzarono mai il loro amore attribuendolo al fatto che nel loro amore la dimensione interiore li avrebbe portati ad essere travolti dall'inconscio.
Nel 1909 si ha un distacco emotivo di Jung da Sabina che causa la definitiva rottura del loro rapporto amoroso e instaurano un rapporto prettamente professionale. 





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