La Vita è Bella


Questa è una storia semplice, 
eppure non è facile raccontarla.



Guido Orefice
PRIMA L'AMORE E DOPO L'AMORE
La vita di ogni essere umano si divide in prima e dopo l'amore, così come il tempo si è diviso in prima e dopo Cristo, il film la Vita è bella è diviso in due parti infatti, prima Guido, di origine ebreo, s'innamora di una maestra e poi sa conquistarla con uno stravagante, esilarante e saggio corteggiamento, forma con lei una famiglia e realizzato il sogno di aprire una libreria. Questa prima parte è una fiaba, lei dala medio alta borghesia si innamora di lui che appartiene al ceto basso, lui persino rapisce la principessa dal pretendente scelto dalla famiglia e si dà con lei alla fuga, ma la fiaba viene stroncata dala seconda parte del film, scoppia la guerra e con essa la shoah, termine ebraico che significa sterminio, distruzione, più conosciuto come l'olocausto egli ebrei da parte dei nazisti.  In questa fiaba dove l'eroe muore, perchè è reale, però il suo sacrificio fa nascere un altro eroe che crede nell'amore. 



IL GIOCO... l'unica fiaba realista 
Scoppia la tragedia ... Guido e famiglia in quanto ebrei vengono deportati ai campi di concentramento. Guido, nel frattempo, ha elaborato rapidamente una strategia finalizzata a preservare il piccolo Giosuè dagli orrori del lager. Gli racconta che si tratta della realizzazione di un suo sogno: 
Aveva sempre desiderato viaggiare in treno ed ora viene accontentato. Aggiunge poi un ulteriore elemento di attrazione: il lager, il campo di battaglia in cui si tiene una gara a no farsi vedere (in questo modo il piccolo Giosuè riesce a rimanere nascosto dalle guardie) e il premio finale un vero carro armato.
Finale tragico ma realista... muore il padre
ma nel bimbo cresce un carattere di speranza
forte come il carro armato: imparare che la vita è un gioco.

PER COLORO CHE VEDONO SOLTANTO CON GLI OCCHI DELLA RAGIONE
Il film ha ricevuto alcune critiche soprattutto dagli stori e i pragmatici che non sanno vedere col cuore, i precisi e perfetti del calcolo realista che dimostrano che la loro visuale concettuale non va più in là degli eventi materiali. Per esempio quelli che subito con aria di comprensione reale hanno detto che era impossibile tenere nascosto un bambino nel lager, appena sceso dal treno le SS lo avrebbero giudicato inadatto al lavoro e l'avrebbero mandato direttamente al gas." A queste critiche Benigni rispose dichiarando che "il film non parla di Auschwitz, e infatti intorno al campo ci sono i monti, che ad Auschwitz invece non ci sono. Quello è "il" campo di concentramento simbolico, perché qualsiasi campo contiene l'orrore di Auschwitz, non uno o un altro." Adesso per coloro che hanno un minimo di spirito: pensate se questo è il nostro bambino interiore che deve passare nascosto la nostra guerra interiore, quanto potrebbe insegnarci questo film? tantissimo! 

"Abbiamo vinto!, mille punti da schiantarsi dal ridere. Primi, si ritorna a casa col carrarmato"
L'innocenza è la corazza, il carrarmato dell'anima.


Il silenzio è il grido più forte.

Guido fa la marcia verso la morte
strappando al suo Figlio un ultimo sorriso
che sarà il suo coraggio per morire con dignità.

Vi pare un inganno? invece così è ogni sublimazione, lo è anche la religione con la risurrezione che vince la morte, lo è l'amore che con la sua forza eterna vince il logorio del tempo. Chi sa giocare come un bambino sa esorcizzare ogni male attraverso un bene, non è autosuggestione mentale, è strategica psicologica di sublimazione. Soltanto i puri di cuore come i bambini sono all'altezza di questo modo di superare l'assurdità che ha con se la vita e l'esistenza umana. 
Questa è la mia storia,
questo è il sacrificio che mio padre ha fatto,
questo è stato il suo regalo per me.

SE IMPARASSIMO CHE LA VITA E' UN GIOCO ....
Spesso i più razionalisti, quelli che credono di essere sul giusto per il semplice fatto di affrontare la vita in maniera pragmatica e scientifica, accusano con troppa facilità il fatto che si ingannino i bambini con le fiabe, ma non sano poi come spiegare ad un bambino l'orrore dela morte. E' assurdo pensare che un padre vuole ingannare un bambino facendole vedere il volto romantico della guerra, in questo film il padre preserva il figlio dal dolore di una realtà atroce ancora troppo pesante per la sua tenera età, nascondendolo dentro un gioco.  Se imparassimo che la vita è un gioco, la prenderemmo molto più sul serio e meno in maniera drastica e critica. Ma diciamoci la verità, anche l'amore agli inizi è un gioco, anche la spiritualità inizia con una spinta dove ci sentiamo degli illuminati, ma dietro c'è sempre qualcosa di atroce all'aguato.  Soltanto l'anima pura di un bambino sa passare attraverso un lager e la morte con gioia e vincere persino la sconfitta (la morte del padre Guido) con la rassegnazione di una liberazione interiore: UN CARRO ARMATO, simbolo del carattere futuro di Giosuè nei confronti della crudeltà della vita.



La vita è bella
è questo il nocciolo del senso della vita stessa.
Per alcuni è confuso con la bella vita
che è far della vita un surrogato di senso
in mancanza di una vita vera.


IL RAZZISMO 
Uno dei temi nevralgici del film è il razzismo, quello classico antisemita ed è chiave il dialogo tra Guido e il suo figliolo Giosuè. Come spiegare a dun bambino che il razzismo è un complesso di inferiorità mentale che si nasconde in un presunto sentimento di superiorità psichica? Ecco il dialogo:
Giosuè: “Perché i cani e gli ebrei non possono entrare babbo?”
Guido: “Eh, loro gli ebrei e i cani non ce li vogliono. Ognuno fa quello che gli pare Giosuè, eh. Là c'è un negozio, là, c'è un ferramenta no, loro per esempio non fanno entrare gli spagnoli e i cavalli eh... e coso là, c'è un farmacista: ieri ero con un mio amico, un cinese che c'ha un canguro, dico: "Si può entrare?", lui dice: "No, qui i cinesi e i canguri non ce li vogliamo". Eh, gli sono antipatici oh, che ti devo dire?!”
Giosuè: “Ma noi in libreria facciamo entrare tutti.”
Guido: “No, da domani ce lo scriviamo anche noi, guarda! Chi ti è antipatico a te?”
Giosuè: “I ragni. E a te?”
Guido: “A me...i visigoti! E da domani ce lo scriviamo: "Vietato l'ingresso ai ragni e ai visigoti". Oh! E mi hanno rotto le scatole sti visigoti, basta eh!”

I razzisti non sanno di essere
i PRIMI RAZZISTI PER ECCELLENZA.
Ma attenzione!!! 
se odiate i razzisti diventate anche voi 
RAZZISTI contro i razzisti
è una catena sottile il male.


Il comico e il pregiudizio. 

La vita è bella non è una commedia, ma io sono un comico, questa è la differenza. 
Ci sono dei pregiudizi contro la commedia. 
Einstein diceva: «E piú facile disintegrare un atomo che un pregiudizio».
Talvolta soltanto i clown arrivano a esprimere quello che gli attori tragici non riescono a esprimere.

Nel film il mio personaggio resta un clown
in un campo di concentramento che prova a sopravvivere in una situazione estrema. Un uomo travestito da donna è il livello piú basso della farsa. Ma questo travestimento arriva nel momento piú tragico del film: quando il mio personaggio sta per morire. Allora io utilizzo il trucco piú terra terra della farsa per farne una tragedia, è l'ultima risata in quell'orrore, una risata che ci resta di traverso in gola.
La scena mi piace perché lí non sono piú comico, ma orribile.
E come dice Montale, «Tra l'orrore e il ridicolo il passo è un nulla».
BENIGNI


La vita è bella come la vedo io.

Il film è sdrammatico. Non è una parodia e non è neppure un film neorealista, è una fiaba. Non è malinconico, è commovente e la cosa è ben diversa. Quando la risata sgorga dalla lacrima si spalanca il cielo. Finisce il primo tempo che gli spettatori hanno le lacrime agli occhi dalle risate e il secondo tempo che hanno le risate per le lacrime agli occhi.

BENIGNI



Eeeh dimenticavo di dirle che...
Dica.
Che ho una voglia di fare l'amore con lei che non si può immaginare ma questo non lo dirò mai a nessuno... soprattutto a lei – mi dovrebbero torturare per farmelo dire...
Dire cosa?
Che ho voglia di fare l'amore con lei... ma non una volta sola, tante volte, ma a lei non lo dirò mai solo se diventassi scemo direi, direi che farei all'amore anche ora qui davanti casa per tutta la vita...

PS: l'amore è in noi una guerra
che ci da Pace


Scusi, da quanto tempo guida?
Io ? Da... da quasi dieci minuti.
Ah, pensavo meno.

(L'ironia è il sale dell vita)

GIOCA COL TUO BAMBINO INTERIORE A NASCODINO
E' uno dei giochi più popolari in tutte le culture, nascondersi e non farsi trovare, vedere gli altri che non ti vedono è sentirsi un pò Dio, tutti ti cercano quindi ti senti desiderato, la tua mancanza è un motore di ricerca. Questa sensazione resta nell'anima umana e il nostro bambino interiore ancora è lì nelle profondità dell'icnsoncio che ci aspetta. In questo film il messaggio esoterico e simbolico è meraviglioso: aiutare a far sì che quel bambino attraversi la guerra senza essere visto, che la sua impresa ci aiuti a vincere la ricompensa morale: intendere l'amore come il sacrificio supremo della vita. Anche di fronte al dubbio Guido spiega al figlio "...ma ti sembra possibile che prendano i bambini e li portino nelle camere a gas? Si, e poi magari li bruciano anche nei forni. E poi ci fanno il sapone e i bottoni. Guarda qua, questo bottone è il mio amico Ruggero".
Guido attraverso un miscuglio di comicità e drammaticità porta il figlio a credere all'impossibile: la realtà brutta che vedi è la irrealtà che non devi mai accettare, mentre il sogno in cui giochi è la realtà che ci aspetta!!! Nel gioco il bambino impara a perdere, a morire, a diventare
povero senza morire di fame e ricco senza avere nulla.

La grandezza di questo film è la capacità di proteggere l'innocenza di un bambino raccontandole l'orrore della crudeltà umana attraverso una fiaba in cui lui stesso è partecipe giocando e nel gioco è possibile vincere. Con il gioco il bambino esorcizza qualsiasi cosa, è la sua magia, il suo potere. Con il gioco potremmo spiegare ai bambini quello che i più adulti sono incapaci: il sesso, la morte, le vendette, le bugie, il successo... per questo furono create le fiabe, sono un linguaggio introspettivo onirico che soltanto comprende l'anima.



Guarda i girasoli: si inchinano al sole,
ma se ne vedi qualcuno che è inchinato un pò troppo,
significa che è morto.
Tu stai servendo, però non sei un servo.
Servire è l'arte suprema; Dio è il primo servitore.
Dio serve gli uomini ma non è servo degli uomini.


La disgrazia degli uomini avviene
quando smettono di giocare credendo di diventare adulti, quindi seri.
Il gioco viene confuso come mancanza di serietà,
donde la confusione tra l'essere davvero seri e tirati.
Il gioco invece si fa sul serio, i bambini giocano tanto sul serio
persino da litigare se qualcuno bara.
Il gioco è la magia della vita.
Guido (Benigni) attraverso il gioco
insegna a Giosuè ad esorcizzare il MALE DELLA GUERRA.
Nel gioco il bambino impara a perdere, a morire, a diventare
povero senza morire di fame e ricco senza avere nulla.


Fare la guerra
per conquistare la pace
sarebbe come fare sesso
per iniziare la castità.

Fate l'amore non la guerra
si sta meglio al letto
che sotto terra...




GLI STORICI PROTESTANO?
Se il film avesse avuto la pretesa di rappresentare la storia, avresti ragione, ma la realtà non è assolutamente storica, per cui prenderne un evento storico come spunto per puntare ad un messaggio di una dimensione o realtà è fattibile, ma il contrario mi sembra arbitrario: giudicarlo su altre categorie è dimostrare che si ha troppo a cuore soltanto la proprio veduta storica (Tutti quelli che si sono scagliati contro il film perchè molte cose sono inverosimile e non corrispondono alla realtà di un campo di concentramento o altro). Qui di mezzo c'è una fiaba e con i bambini tutto è possibile, come diceva il piccolo Principe, sono gli adulti a cui devi spiegare tutto. Riuscire a far diventare un gioco un male mortale, credo che soltanto il Padre eterno l'ha fatto con la vita umana, il messaggio di fondo è sublime e per chi non lo vive diventa subliminale.

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