La Nona Porta

La nona porta (The Ninth Gate) è un film del 1999 diretto da Roman Polański, 
tratto dal romanzo Il club Dumas dello scrittore spagnolo Arturo Pérez-Reverte.

DE UMBRARUM REGNI NOVEM PORTIS
Le nove Porte del Regno delle Ombra
Qui comincia il mistero ... Questo libro è la riproduzione dell’omonimo film di Roman Polanski le Nove Porte, per cui è importante da sottolineare, è che il testo del Nove Porte non esiste. Il libro è infatti una pura invenzione letteraria così come il suo autore, Aristide Torchia. Il film si rifa al romanzo Il club Dumas dello scrittore spagnolo Arturo Pérez-Reverte. Ma resta un ipotesi: Arturo avrebbe potuto ispirarsi ad un vero ed antico libro esoterico? Infatti esiste un libro che parla proprio di 9 porte la cui chiave sta nella lettura esoterica di nove disegni, il libro si chiama Delomelanicon il Tempio delle Ombre e delle 9 porte : 


Delomelanicon (dal greco: Convoco le tenebre), un tomo scritto dal Diavolo in persona. Mettendo nel giusto ordine le nove incisioni si riuscirebbe ad evocare il Signore delle Tenebre, che poi garantirebbe al coraggioso stregone qualche sorta di oscuro favore. Qui la leggenda metropolitana si intreccia con il libro realo e non si sa più dove ci sia la verità e dove nasce la fantasia, perchè molte versioni del Delomelanicon oggi in circolazione sono degli pseudolibri, ovvero dei testi che raccolgono le illustrazioni usate per il libro "Il Club Dumas" e le intervallano con dei brani presi più o meno a caso da vari testi di occultismo scritti in latino. Risultato sbalorditivo, proprio come capita con il libro delle nove porte: esiste uno vero nascosto e mischiato dentro le copie. 


QUANDO LA FANTASIA RAGGIUNGE LA REALTÀ
 Boris Balkan, un editore e bibliofilo newyorkese, commissiona a Dean Corso, esperto di libri antichi, un'indagine su un antico testo esoterico presente nella propria collezione privata, Le nove porte del Regno delle Ombre, scritto e stampato nel 1666 da Aristide Torchia, un non meglio definito esoterista veneziano, processato e giustiziato sul rogo dalla Santa Inquisizione. Balkan è in possesso di uno dei tre soli esemplari superstiti, ma è anche convinto che solo uno dei tre sia autentico. Promettendogli un lauto compenso, manda Corso in Europa presso i collezionisti in possesso delle altre due copie per scoprire e identificare la copia autentica che gli permetterebbe di evocare Satana in persona, dal momento che le xilografie in esso presenti sarebbero un riadattamento operato da Torchia a partire da quelle contenute nell'Horrido Delomelanichon, un libro leggendario mai trovato e ritenuto opera di Lucifero stesso. Qui inizia il perCORSO di Dean (non è un caso che si chiami Corso di cognome).


PRIMA PORTA 
 “SI.VM E.T AV.VM”, cioè SILEN­TIUM EST AUREUM 
(Il Silenzio è d’oro)

Nella tavola mostrata nel film troviamo la prima scritta mentre nel libro ce ne una seconda: “NEM. PERV.T QUI N.N LEG. CERT.RIT”, cioè NEMO PERVENIT QUI NON LEGEM CER­TAVERIT (Nessuno vi giunge se non ha combattuto secondo la Legge). Dean Corso non sa che quello che sta per intraprendere sia un vero e proprio viaggio iniziatico, ma sembra un viaggio anti dantesco che parte dal Cielo e finisce nell'inferno; anche Dante ha diviso l'inferno in 9 cerchi e Lucifero si trova alla fine al centro di essi ed aveva Cicerone ad accompagnarlo, mentre Dean aveva una donna misteriosa che lo guidava, lo proteggeva, lo indirizzava al compimento dell'illuminazione. 


SECONDA PORTA
“CLAVS. PAT.T”, cioè CLAUSAE PATENT TETH 
(Aprono ciò che è chiuso Teth).
La parola Teth è la nona lettere dell'alfabeto ebraico e corrisponde all'eremita, il solitario che cerca la verità e la chiave è quello che ha in mano. Questa lamina è la prima dove Corso intuisce l'inganno: in una copia la chiave l'eremita le ha nella destra invece in quella originale sono sulla sinistra. Il sinistro è il verso ingiusto ma è quello che ha la soluzione. Corso è affamato di denaro, la sua fede è la percentuale negli affari, è infido e poco leale, tutte ragioni valide per essere affidabile in un lavoro sporco: "Nulla è più affidabile di un uomo la cui lealtà può essere comperata dal denaro" gli disse Balkan. 


TERZA PORTA
VERBUM DIMISSUM CUSTODIAT ARCANUM 
(La Parola Perduta custodisce il Segreto)
Dean Corso continua il viaggio e si reca in Spagna, cerca intenditori di libri di alto livello, i fratelli Cenizas (cognome che significa Ceneri) dai quali apprende che tre delle nove incisioni contenute nel libro non portano la sigla prevista "AT" ma "LCF", ossia Lucifero. Il segreto diabolico (666) è stato quindi nascondo in un inganno umano (333) cioè 3 incisioni sono vere in ogni libro 3x3=9 . Infatti tutti e 3 i proprietari dei libri saranno uccisi. Le copie vere sono firmate da "LCF" lucifero mentre quelle false dall'autore del libro "AT" Aristide Torchia, un esoterico che quattrocento anni prima fu giustiziato sul rogo dall’Inquisizione, e il cui libro venne bandito e ogni trascrizione bruciata. 
In quest'incisione c'è un avvertimento: Il pericolo viene dall'alto e di fatto Corso per poco non viene seppellito d aun ponteggio che si sgretola al suo passaggio. L'angelo con l'arco rammenta Eros, l'amore per quei libri, per il loro mistero, un amore che potrebbe portare ala morte e di fatto il volto dell'Angelo è uguale a quello dei gemelli Cenizas: le loro parole perdute custodiranno tutto il segreto del libro vero, ma si scoprirà soltanto alla fine. 


QUARTA PORTA
 “FOR. N.N OMN. A.QUE”, cioè FORTUNA NON OMNIBUS AEQUE 
(Il Destino non è uguale per tutti).

Corso da una parte si trova ormai dentro un viaggio, dentro un incubo, come in questa incisione, con una porta chiusa, un vero labirinto che lui contempla dal di fuori ma non può più tirarsi fuori, le sue indagine lasciano morti, al suo passaggio capitano omicidi, incendi, disastri. "Lei non sa in cosa si sta cacciando signor Corso! Ne esca prima che sia troppo tardi!" lo avvertì ormai troppo tardi la  Baronessa Kessler. In questa incisione ci sono in ballo invece dei dadi, che fanno o segnano il numero 6, quello dell'inizio incompletezza, del diavolo, dell'uomo creato ma non finito, della scelta complessa difficile e mortale. Il libro fu pubblicato nell'anno 1666.  Il codice di sicurezza dell'ascensore privato, come pure quello della biblioteca privata di Boris Balkan è 666, il numero del Diavolo.


QUINTA PORTA 
“FR.ST.A”, cioè FRUSTRA 
(Invano)
Corso capisce che Balkan lo ha soltanto manipolato, li ha fatto fare il lavoro sporco, scopre i segreti che dietro di lui ha seminato e li ha raccolto tutti, persino i disegni o le incisioni vere le ha tutte in suo possesso. Una cosa gli aveva detto Balkan il cui senso come un bumerán si era rivolto contro Corso:  
"Il professionale e il commerciale dovrebbero escludersi a vicenda", Dean era pagato a costo di morire quindi sentendosi fallito, senza libri, rubata persino la copia di Balkan, la sua vita sarebbe stata anche messa al bando. Tutto era invano.


SESTA PORTA
“DIT.SCO M.R.”, cioè DITESCO MORI 
(La Morte mi arricchisce)
Dean capisce che è Balkan e Liana la vedova di Andrew Telfer, a seminare i morti dietro i suoi passi, perchè l'appeso nel'incisione vera era legato con la gamba sinistra e non destra come il suo amico che pago a caro prezzo la vita per custodire il libro in prestito. Dalla baronessa venne poi a sapere che Liana come Balkan vuole il libro vero per invocare i potere del diavolo visto che lei è a capo di una setta  l'Ordine del Serpente d'argento, un gruppo di vecchi miliardari che adorano più che altro il gusto del sesso reso lecito dietro il disprezzo satanico del proibito. Liana cercò di rubare il libro con le buone maniere, seducendo Corso, lasciandosi "scopare" ma vedendo che Corso non cede il libro passa alla violenza: 
- Liana Telfer: Non cercare di fottermi!
- Corso: Credevo di averlo già fatto...


SETTIMA PORTA
“DIS.S P.TI.R. M.”, cioè DISCIPU­LUS POTIOR MAGISTRO 
(L’allievo supera il maestro)
Ci sono due viaggiatori, uno è Boris Balkan, colui che si crede il maestro, che sa cosa vuole, assettato ed accecato di potere, è il Re mentre Dean Corso è un allievo che sta imparando la conoscenza die libri esoterici quanto possano nasconder, più dei soldi, più delle ricchezze e le percentuali, ma mondi nascosti. Balkan va verso la distruzione di un fuoco che vuole dominare ed infine lo consumerà, mentre Corso apprenderà una luce che lo illuminerà. 
- Balkan: Non che io sospetti che lei abbia molti amici, vero signor Corso? 
Quelli come lei ne hanno di rado.
- Corso: Allora siamo in due.
- Balkan: Io non le piaccio vero?
- Corso: Lei non deve piacermi, è un cliente e paga bene.
- Balkan: È un uomo religioso signor Corso? Voglio dire, lei crede nel soprannaturale?
- Corso: Io credo nella mia percentuale.

Corso nella sua superficialità era più sincero e vero di Balkan. 


OTTAVA PORTA
“VIC. I.T VIR”, cioè VICTA IACET VIRTUS 
(La virtù giace vinta)
Balkan prende tutti e nove le incisioni, è pronto per realizzare il suo rituale e di fronte a Corso che glielo impedisce cerca di uccidere pure lui. Le sue parole sembrano la vittoria: "L'enigma è finalmente risolto: viaggiare in silenzio per una strada lunga e tortuosa, affrontare le frecce della sfortuna, senza temere né cappio né fiamme, giocare la più grande delle partite e vincere, non astenendosi da alcuna spesa e sfidare le vicissitudini del fato, e ottenere alla fine la chiave che aprirà... la nona porta!" .... ma il rituale non funziona, e lui in preda al delirio si era dato fuoco in segno di poterlo dominare e viene così incenerito. Cosa era successo? Il diavolo aveva falsificato con la sua firma VERA (LCF) una delle incisioni, come al solito il diavolo prima ti mente e poi una vota che tu non gli credi più ti dice la verità. 


NONA PORTA
“N.NC SC.O TEN.BR LVX”, cioè NUNC SCIO TENEBRIS LUX 
(Ora so che dalle Tenebre viene la Luce).
Durante tutto il percorso una giovane donna ha fatto di guida ombra, impicciona,misteriosa, a volte buon, altre volte intrusa, ma fino a conquistare la fiducia di Dean Corso, anzi lui nel libro se ne innamora. Le porte erano arcani, misteri da aprire nella mente e nel cuore, lei domina il drago, la bestia, lei dona la luce, la comprensione. Lei ha falsificato la sua stessa firma mentre l'originale lo lascia dai defunti fratelli Cenizas (ceneri) dove Corso ricupera l'ultima incisione vera e può finalmente entrare nella luce della conoscenza. 
Quando Corso incontra la ragazza nell'albergo in Portogallo, lei sta leggendo il libro Come trattare gli altri e farseli amici e il loro dialogo e un enigma, infatti lui rivolgendosi a lei le chiede su quel titolo del libro (attenzione al doppio senso tra Corso cognome di lui e corso lo scopo di lei:
- Corso: Fa parte del suo corso?
La ragazza: Il mio corso?
Corso: Farsi degli amici e influenzare le persone. Ha detto che studiava...
La ragazza: Ah sì? È così infatti. A volte. Mi piacciono i libri, e a lei? [Corso ride]
Corso: Viaggia da molto?
La ragazza: Abbastanza.

Lei ha fatto sì che Corso nel suo perCorso riuscisse a raggiungere il BENE compiendo del male, infatti quando uccide lo scagnozzo della Liana quasi si rallegra e disse: "Non sapevo avessi queste qualità". 


Insomma il Diavolo non si fa vivo. (Corso)
E corso aveva ragione, il Diavolo non si è fatto vivo, ma lo ha fatto vivere. 














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