Diario di una Schizofrenica


DIARIO DI UNA SCHIZOFRENICA
Trama: Anna, una diciassettenne di ottima famiglia è schizofrenica.
Sembra che non esistano cure per la sua malattia fino a quando,
ricoverata in una clinica svizzera viene affidata a M.me Blanche,
una psicoterapeuta dai metodi poco convenzionali
che prende a cuore il caso della ragazza.
La donna scopre che alla base della malattia c’è
il rifiuto di Anna da parte della madre che, neonata,
non volle allattarla al seno. Solo quando M.me Blanche riuscirà
a convincere i genitori di affidarle totalmente Anna,
la ragazza potrà guarire ritrovando una figura di “madre buona”
proprio in quella della dottoressa...



Diario di una schizofrenica è un film del 1968 diretto da Nelo Risi, ispirato al libro omonimo di Marguerite Sechehaye, il cui titolo originario sarebbe meglio tradotto come "Il caso Renée".

"...dopo 18 mesi di ininterrotta convivenza, mi rendo conto di aver imparato molto da lei" - poi conclude con le parole di Freud: "questi ammalati si sono distolti dalla realtà esteriore ed è per questo che su quella interiore ne sanno più di noi, e possono rivelarci cose che senza il loro aiuto sarebbero rimaste impenetrabili."

"La mamma è ogni fonte di bene
ma anche ogni fonte di male" .

Diario di una schizofrenica è un libro a due voci,
che espone la malattia mentale e nello specifico la schizofrenia
da due angolature differenti ma eguali; da un lato
la descrizione della malattia da parte dell’ammalata stessa,
Auto-osservazione, la paziente una volta guarita, rievoca
in forma semplice e diretta la sua storia
come una propria drammatica vicenda spirituale;
dall'altro lato la voce narrante della Sechehaye,
una psicanalista di Ginevra, che ha seguito il caso
elaborando essa stessa una nuova tecnica terapeutica.
Il film è dell'anno 1969, denso, u po cupo, ma
per gli ammanti dell'introspezione un film
che crea una tensione su cui sa mantenersi l'attenzione... 


La differenza tra una madre buona e una cattiva
non sta nel commettere errori,
ma in ciò che si fa degli errori commessi.
Una buona madre vale cento maestri.


"Dò più importanza ai simboli che alle cose. I nostri malati sono come esseri primitivi; proprio come dei primitivi che ignorando il linguaggio si esprimono simbolicamente." Madame Blanche

PS: nella foto un disegno di Anna in stato schizoide

Non vi è mai capitato di non voler PARLARE? specialmente quando siamo offesi, quando soffriamo, quando ci sentiamo feriti... proprio perchè l'inconscio ci fa regredire nello stato animale, quindi tendiamo a comunicare con segni, persino pianti, mugolii e colpi, botte, spaccando porte o piatti... sono tutti sintomi i un messaggio che non riusciamo ad esprimere con la pace del linguaggio.

"Eppure io sono convinta che se si riuscisse a penetrare nel loro mondo, e a soddisfare il loro bisogno di essere amati, forse la guarigione per gli schizofrenici potrebbe diventare possibile. Ci vuole pure qualcuno che assuma su di sé il loro male." Madama Blanche ..

Dio non può essere ovunque
è per questo che ha creato le madri
Dio è l'essenza della mamma
perchè da vita, crea, protegge,
fa crescere
ama...

"Quando Anna non avrà più bisogno di me sarà lei stessa a lasciarmi."
- e Anna gli domandano - "una guarigione che si misura dall'ingratitudine?" - risponde sorridendo senza dubbi -
"No, dall'indipendenza", rispose Madame Blanche.


Quando la musica ristabilisce l'armonia interiore,
quando la musica accarezza l'anima
quando la musica (pelle dell'anima) sfiora
le profondità del divino che è in noi.

le mani che dondolano le culle
sono le mani che sorreggono il mondo
o lo spingo alla rovina.

Impariamo ad ascoltare il nostro corpo
alcune malattie non sono che richiami d'aiuto dell'anima.
noi somatizziamo quello che inconsciamente
non sappiamo darne una ragione.
La scienza nella sua Onnipotenza
non può cogliere il fondo dell'anima.
Le persone oggi vengono imbottite di tranquillizzanti,
quando in realtà la medicina sarebbe
dialogo comprensione accettazione amore.

Diario di una schizofrenica (foto)

"Eppure io sono convinta che se si riuscisse a penetrare nel loro mondo, e a soddisfare il loro bisogno di essere amati, forse la guarigione per gli schizofrenici potrebbe diventare possibile. Ci vuole pure qualcuno che assuma su di sé il loro male." Parole di Marguerite Andrée Séchéhaye, che fu allieva di Sigmund Freud e nella storia userà lo pseudonimo di Madame Blanche.
Si tenga presente che questa donna non era DOTTORESSA, perchè non iscritta all'Albo, ma i dottori di tavolino e ricette accudivano a lei, perchè lei usava il cuore per guarire le persone non le "fatture" pagate e scaricate sulla dichiarazione dei redditi.




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