COMMEDIA


QUANDO LA LEGGEREZZA DEL POVERO 
SOLLEVA IL PESO MORTALE DEL RICCO
Una storia vera, una fiaba davvero splendida, commovente piena di ilarità e insegnamenti. Driss è un ragazzo smarrito delinquete affamato ignorante violento, ecc. poi trova Philippe un ricco colto raffinato ma paraplegico che assume Driss come aiutante. Driss nella sua ignoranza dà a Philippe la forza la gioia di vivere di rischiare di credere in se stesso e viceversa Philippe da a Driss valore personale amicizia fiducia. La tristezza di un ricco e la semplicità della gioia di un povero, un binomio che fa un complesso magnifico. Quando i ricchi piangono e i poveri ridono!!! Un film da non perdere, CONSIGLIATISSIMO.
Quasi amici - Intouchables (Intouchables) è un film del 2011 diretto da Olivier Nakache e Éric Toledano.
Il film termina con delle immagini dei veri protagonisti della vicenda, da cui è stato tratto il film; alcune didascalie nei titoli di coda raccontano la vita di Abdel Yasmin Sellou e di Philippe Pozzo di Borgo, rispettivamente il "badante" e il malato, dopo il loro addio. Philippe vive in Marocco, si è risposato ed è padre di due bambini, Abdel ha fondato una propria impresa ed è padre di tre bambini.

"La conosco questa!"
"Si?!"
"Ma si, la conoscono tutti: "Buongiorno, Ufficio di Collocamento di Parigi. Tutte le linee sono momentaneamente occupate. Il tempo di attesa è di circa 2 ANNI"

- 0:18 Four Season, Op. 8 Summer: Presto - Vivaldi
- 0:44 Suites for Cello, Suite no. 1 in G Major BWV 1007L Prelude - Bach
- 0:56 Overture No.2 in B Minor: Badinerie
- 1:13 Concerto in F Minor BWV 1056: II. Largo - Bach
- 1:34 Concerto No. 1 in E major, Op. 8, RV 269, Spring - Vivaldi

MAMME MOLTO CATTIVE (2016)
Una commedia scorrevole, divertente, sfiora la banalità ma lo fa in maniera intelligente cioè mette in mostra la banalità della vita fatta di superficialità, apparenze, protagonismo e soprattutto invidia tra donne ed ipocrisia: far vedere agli altri quello che non sei veramente e cioè una Cattiva mamma, invece in fondo le protagoniste dimostrano che l'unica cosa che hanno di cattive è la loro bontà sfruttata da mariti e figli. Poi arriva la goccia che fa traboccare il bicchiere e queste donne esaurite il bicchiere se lo bevono: mollano tutto come fanno gli uomini, bevono, fanno sesso, vedono i figli per quello che a volte o spesso sono: degli arroganti vampiri egoisti pretensiosi. Ma la mamma è mamma, non molla, il suo amore è gratuita infinita, pur riconoscendo la merda che posso diventare i figli, sanno affrontare la puzza e ripulirla, qui il genio del film, diventando un po "cattive" tirano fuori il meglio e il buono che c'è nei figli e nei mariti compresi. E' un film che mette a nudo la crudeltà della vita domestica e schiavizzanti di una mamma, annullata per il d'affarsi di tutti in famiglia.

ma il seguito ? BAD MONS 2 ..... sembrerebbe scontato vero?
la seconda parte ha un piccolo cambiamento, non si va avanti bensì indietro nel tempo, perchè il nocciolo della questione da rompere è l'origine materna delle protagoniste iniziali e cioè: le loro mamme, 3 prototipi di donne e madri diverse: una perfezionista che controlla la vita della figlia nei minimi particolari per salvaguardare le apparenze, l'altra una vedova nera con sindrome di mamma succhia sangue che vede la sua figlia come una eterna neonata da accudire e starle addosso come una seconda pelle fino a non lasciarla respirare, nel nome dell'amore ovviamente e l'ultima una madre indiferente menefreghista e all'occorrenza opportunista. Quindi 3 mamme davvero "cattive" che si riscattano come donne e come mamme entrando in conflitto con la vita delle loro figle, perchè non soltanto noi capiamo i nostri genitori quando a sua volta noi abbiamo dei figli,ma anche i genitori col tempo riescono finalmente a capire i loro figli nelle loro piccolezze. Una commedia esilarante, scorrevole, ambientata poi a Natale dove il contrasto tra amore ed antipatiche fa la differenza.

LA PICCOLA BOSS (2019)
C'è una dimensione psicologica chiamata il bambino che dorme in noi, quella tappa della nostra infanzia in cui eravamo al massimo sia della nostre potenzialità e proprio per quello anche die nostri limiti, ma come ben dice una celebre frase di questo film: "da bambino già sai quello che ti piace essere, ma poi vengono gli adulti e ti impongono le loro regole e ti rovinano". E' una commedia con quel tocco di fantasy molto popolare e di successo chiamato "body swap" e cioè quando un personaggio si trova intrappolato nel corpo di un altro (la madre nel corpo della figlia, il fidanzato nel corpo della sua ragazza) o come in questo caso Jordan ormai adulta si sveglia con il suo stesso corpo come quando era una bambina. Deve fare un  passo (anzi anni) indietro per capire la sua crudele e triste realtà: è diventata una donna spietata, arrogante, odiosa, perchè da piccola era una ragazza gentile, buona ed amabile ma bullizzata. I primi a rovinarla? i suoi genitori che per consolarla le hanno aperto il varco falso per crescere: "Da grande sarai un capo perchè sei buona ed allora sarai tu a bullizzare gli altri". Che consiglio non buono!. Jordan infatti sprigiona tutto l'odio che ha represso e contenuto nell'infanzia. Diventare bambina con la mente adulta la aiuta a vedersi in terza persona e capire che ha intrapreso la strada sbagliata: è diventata quello che odiava, proprio lo specchio psichico che capita nelle nevrosi di identificare in noi il colpevole o per punirlo o per non odiarlo.

LA STORIA DEL VIBRATORE!!! (Hysteria 2011)
Nell'epoca vittoriana, dove regna il galateo del pudore riguardo il tabù del sesso, ben sì sa che la repressione sessuale sfocia in rabbia violenza nevrosi (il sesso in quanto energia vitale e bisogno fisico e psicologico, se negato diventa una bomba caratteriale). All'inizio queste donne venivano curate con massaggi, masturbazioni vere e proprie, rese però lecite con il nome di cure cliniche. l’invenzione del vibratore ad opera del signor Joseph Mortimer Granville, il quale lo aveva pensato, in realtà, come strumento per la cura dei muscoli indolenziti in fisiatria, il tutto viene inquadrato dentro una commedia dove una donna (non isterica) che vuol far valere i suoi diritti di indipendenza coincide con le scoperte del dottore Mortimer Granville: le donne non sono malate, hanno bisogno soltanto di buon sesso e in mancanza di tale allora il "fai da te" elettronico!!!


MA CHE SIAMO TUTTI MATTI? (1980)
Ma che siamo tutti matti? (The Gods Must Be Crazy) è un film del 1980 diretto da Jamie Uys. Ambientato in Botswana e Sudafrica, il film avrà quattro sequel, il primo (Lassù qualcuno è impazzito) ancora in Africa australe, mentre gli ultimi tre sono stati girati ad Hong Kong.
Una bottiglietta di Coca-Cola, lanciata da un piccolo aereo, cade senza infrangersi nella savana del Kalahari, stravolgendo la vita di un gruppo di boscimani, senza alcun precedente contatto con la civiltà. La tribù la ritiene un dono degli dèi, in quanto è un valido strumento per moltissimi usi, dalla lavorazione delle pelli, l'intreccio delle corde ed addirittura strumento musicale ma ben presto si rivela una maledizione poiché da essa scaturisce la lotta primordiale per il possesso, mai esperita in quella pacifica collettività. Il protagonista Xixo decide così di mettersi in viaggio per gettarla via nel precipizio che segna la fine del mondo, e ritrovare la serenità perduta.
La sua storia si intreccia in maniera rocambolesca con quelle di Andrew Steyn, un etologo imbranato, e di Kate Thompson, una giornalista sudafricana giunta in Botswana per insegnare. Al tutto si aggiunge un gruppo di mercenari nascostisi nella foresta dopo un fallito assalto al palazzo del governo di una neonata repubblica africana. I vari personaggi si incontrano ricorrentemente fra peripezie di ogni genere, fino al raggiungimento del lieto fine, contando sul vitale aiuto di Xixo, finalmente libero dai capricci degli dei che altro non sono che l'ingerenza della civiltà.

MOONRISE KINGDOM (2012)
Un reparto scout è formato da dodici piccoli bambini vestiti da cretini che seguono un grande cretino vestito da bambino.
A scout troop consists of twelve little kids dressed like schmucks following a big schmuck dressed like a kid. - Jack Benny -
La storia di una fuga d'amore di bambini quindi platonica all'ennesima potenza che però nasconde l'amore mancato e  clandestino di alcuni personaggi che non vogliono rivedersi nell'amore di quei figlioli. 

I SOGNI SEGRETI DI WALTER MITTY (2013)
Walter è un uomo che vive di sogni, mai uscito della sua città, niente di affascinante, tanto di non saper riempire il suo curriculum su un social, lavora come archivista fotografico per una prestigiosa rivista che è alla fine della versione cartacea per passare alla versione online. Il più grande fotografo del mondo invia la foto che sarà la copertina dell'ultima edizione e tocca a Walter rivelare il suo negativo. Qui si intreccia la vita di Walter o meglio i suoi sogni in negativo che devono passare alla realtà, la foto rivelata e vera, lui spesso si incanta nel suo mondo quasi autistico e perde di vista la realtà. Il film inizia con Walter che vuole far colpo su una ragazza nel mondo virtuale ma essendo una compagna di lavoro non sa come calare quel sogno nel mondo reale, alla fine la ricerca di quella foto mancante per la copertina del giornale è l'iperbole del viaggio che intraprende Walter verso la scoperta di se stesso (sembra un altro Forrest Gump), infatti quando trova il grande fotografo e gli rivela di aver perso il negativo mancante questo gli disse che era una foto meravigliosa tanto quanto la tigre delle neve che è come un fantasma che non si lascia quasi mai vedere. La foto sarà infatti quella di Walter, una volta uscito nel mondo reale preso per mano con la donna che voleva conquistare: ce l'ha fatta semplicemente essendo se stesso, senza bisogno di sognare, di incantarsi, di estraniarsi nel mondo della fantasia. E mentre il giornale finisce la sua vita cartacea per diventare online (quindi virtuale) nella copertina si vede Walter che, pur licenziato, ha l'amore e la realtà della vita: dedicato a tutte quelle persone che l'hanno fatto! cosa? la vita (non per caso il giornale si chiama Life).



NON E' MAI TROPPO TARDI (2007)
Una commedia intessuta sul dramma della vita che, arrivata al capolinea, deve fare i conti con la morte, ma più che conti si fa una lista di tutti quei sogni che uno avrebbe voluto realizzare prima di morire. Il cestino allora è la tomba dove si butta quel pezzo di carta pieno di sogni realizzati. I protagonisti si conosco proprio in ospedale e diventano così amici che nemmeno per tutta la vita avrebbe fatto un intesa così profonda, perchè è la morte a rendere tutto amplificato, anche la comprensione delle più piccole ed insignificante cose. I due amici sono poi gli antipodi della realtà: uno è un ricco magnate a cui non mancata nulla invece ha soltanto i soldi, senza amici, senza complicità, senza affetto, senza il calore di un pasto sano, dall'altra parte invece un umile meccanico che pur non avendo un granchè scopre la pienezza di un amore di una famiglia e di una tavola bandita di affetto ed allegria nel suo focolare domestico. Ma come sempre l'uno ha quello che manca all'altro, sicchè intrecciando i loro desideri e delusioni, intraprendono a realizzare alcuni sogni per finire di scoprire che la morte non sarà altro che (come è scritto nel loro ultimo desidero) uno spettacolo mozzafiato se accolto con la pienezza di una vita che non ha nulla da rimpiangersi. 
- Carter: Sai, gli antichi egizi avevano una bellissima credenza sulla morte. Quando le anime si presentavano in paradiso gli Dei gli facevano due domande, a seconda di come rispondeva venivano ammessi o no.
- Edward: D'accordo, abbocco, quali domande?
- Carter: Hai trovato la gioia nella tua vita? [Edward è quasi infastidito] Devi rispondere.
- Edward: Io?
- Carter: Sì!
- Edward: Rispondere alla domanda, se ho trovato la gioia nella mia vita?
- Carter: Sì!
- Edward [sospirando]: Sì...
- Carter: La tua vita ha portato gioia agli altri?
- Edward: Ehm... le domande come queste, io non... non so che dire... non so con quale metro gli altri misurano la... chiedilo a loro?
- Carter: Io lo chiedo a te!

JOJO RABBIT (2019)
E' un film intelligente, ironico, triste, sarcastico,  fatto per adulti attraverso lo sguardo di un bambino; è una critica sottile, sagace e mortale contro il nazismo, che fa di Hitler un personaggio immaginario, visto quindi come una psicopatia infantile, un vero e proprio trauma che inculca nella solitudine di un bambino che sogna il padre in guerra, le idee più esaltanti e megalomani che esistano. In questo modo comico si vede una storia del nazismo sotto i riflettori di una fiaba nera e lasciando trasparire tratti di eventi a molti sconosciuti, come quegli stessi tedeschi che proteggevano gli ebrei e pensavano che Hitler fosse un esaltato psicopatico. Si intravede anche l'amore, pur infantile, tra un tedesco ed un'ebrea e la chicca migliore di come i bambini fossero esca e carne da macello in guerra, piccoli soldati che giocavano alla morte. Da loro vengono le migliore battute del film nonchè di una profondità che soltanto i bambini se la possono permettere senza essere mai giudicati da arroganti:

- Jojo: è vero che gli ebrei riescono a leggere nella mente?
- Elsa: sì ma non on quella dei tedeschi, hanno la testa troppo dura per entraci 

"Abbiamo i giapponesi come alleati, anche se non sembrano tanto ariani" Yorki








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